Non ci riesco, è più forte di me. Mi ero ripromesso di non farlo, di limitare la retorica autoreferenziale, ma come si fa. Ci sto provando sinceramente, anche nella vita di tutti i giorni, a simulare disinteresse verso predizioni poi andate a segno, ad incassare l’oblio, ma questo è il momento di strappare il cerotto e sguinzagliare la funzionale essenzialità del velavevodetto. E allora ..
- Velavevodetto che non serviva ripetere l’impresa dello scorso anno
- Velavevodetto che Soton ed Everton non erano ostacoli insormontabili
- Velavevodetto che nonostante tutto c’era chi navigava in acque più cattive delle nostre
- Velavevodetto che il livello del campionato più bello del mondo non tiene fede all’epiteto
- Velavevodetto che Carver è il miglior nemico che potevamo avere
- Velavevodetto che l’infortunio di Wes Brown era una manna dal cielo
Siamo salvi, l’abbiamo scampata, ancora una volta. Senza una programmazione degna, con una squadra allo sbando, con un esonero a nove giornate dalla fine, con il nostro miglior giocatore accusato di aver avuto un rapporto sessuale con una minorenne. Abbiamo superato il trauma del “Clicca qui, magnifico cucchiaio di Altidore in Toronto-Chicchesia“, ci siamo sciroppati il sorriso stampato sul volto di Fletcher accanto alla sua Lamborghini Aventador dopo lo 0-4 in casa con l’Aston Villa, in preda ad astratti furori abbiamo strappato pagine di appunti per annotare calcoli e mettere in preventivo punti. Supereremo anche l’ultimo scherno, compreremo Ricky Alvarez per la modifica cifra di 12 milioni di euro, che vi giuro sulla volè di Defoe al Newcastle avrei preferito devolvere a qualche venditore di cingolati per distruggere il garage di Fletcher.
E non ha nascosto le sue emozioni al termine del match dell’Emirates Dick Advocaat, che in lacrime ha confessato “This is the first time I have been moved to tears in my career“, ed è stato bellissimo l’abbraccio con il suo vice da una vita, quel Bert van Lingen che c’era nel 2008, quando con lo Zenit alzavano Coppa Uefa e Supercoppa, ed era lì anche nel 1996, quando Dick Advocaat non era ancora il piccolo generale, ma si regalava il primo titolo, la Coppa d’Olanda col suo PSV. Ora toccherà ad Ellis Short convincere il manager olandese a rimanere al timone, provando a garantire stabilità ad una squadra che negli ultimi 4 anni ha già sostituito quattro volte la guida tecninca. Chissà se Advocaat sarà disposto a prolungare quello che egli stesso aveva ribadito sarebbe stato il suo ultimo contratto da allenatore. Quando alle idi di Marzo accettò l’incarico, Dick lo fece con la consapevolezza che in estate sarebbe tornato nella sua nativa Olanda a godersi la pensione con la moglie. Alla veneranda età di 66 anni, con oltre 30 anni di servizio prestati sulle panchine di mezzo mondo non mancherebbero le ragioni per abbandonarsi ai ricordi, ma il laconico “I will give an answer on that next week” pronunciato ai microfoni di Sky Sport tiene viva qualche speranza.
Ora confesso che bramo dalla voglia di chiudere parlando del Newcastle, ma Steve Bruce pare aver deciso che il Tyne-Wear derby s’adda fare anche il prossimo anno. Ammetto che un po’ mancherebbe anche a me, che grazie alle Gazze Ladre ho imparato che nella lingua anglosassone “consecutive” si traduce con “in a row”, ma i miei occhi smaniosi di storie da raccontare brillerebbero dinanzi alla favola del soldatino Jack Colback, che scelse di privarsi dell’opportunità di giocare in un grande club di Premier per indossare i colori della maglia che tifava sin da bambino e calarsi con ella negli inferi della Championship.
Che il prossimo sorteggio di FA Cup sia benevolo …
#HAWAYTHELADS
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