L’ascesa di Paolo Di Canio nel territorio di sua maestà

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22 Jan 2001: Paolo Di Canio of West Ham celebrates his goal during the match between Charlton Athletic and West Ham United in the FA Carling Premiership at the Valley, London. Mandatory Credit: Phil Cole/ALLSPORT

Se dovessimo spiegare la carriera di Paolo Di Canio in poche righe finiremmo sicuramente per fallire. Ovunque è andato ha lasciato il segno, e non per il numero di goal segnati, ma bensì per lo spirito e la voglia di lottare con cui scendeva in campo in ogni singola partita.

In pochi lo ricordano per le sue esperienze in Italia con le maglie di Juventus, Napoli e poi Milan; più colorita è l’immagine che abbiamo di lui con la Lazio, una delle squadre in cui ha lasciato letteralmente il cuore. Da non scordare nemmeno il discusso saluto romano con cui Di Canio ha esultato in occasione di una vittoria contro la Juventus, il 6 gennaio 2005.

Dove però ha lasciato il segno è stato in Inghilterra. Dopo un anno e mezzo allo Sheffield Wednesday e appena quindici reti, nel gennaio del 1998 si trasferisce ad Upton Park per giocare con la maglia del West Ham. Mai nessun’altra scelta si rivelò così azzeccata: 48 goal in 118 presenze ma soprattutto la conquista più nobile, il cuore e il rispetto dei tifosi di tutto il gioco del calcio.

Nella fattispecie, durante una sfida tra Everton e Wes Ham quando il portiere avversario Paul Gerrard tentò un’uscita disperata infortunatosi alle ginocchia, dandogli, così l’opportunità di segnare. Ma contrariamente a quanto ci si aspettasse, Di Canio prese il pallone tra le sue mani fermando il gioco per fare intervenire i soccorsi. Questo gesto gli valse un’ovazione di tutto Goodison Park ma soprattutto il premio FIFA Fair Play Award.

Un altro importante sigillo sulla sua carriera lo mise con la vittoria della Coppa Intertoto contro il Metz; a fine stagione gli venne assegnato il titolo di miglior giocatore del West Ham di quell’anno, grazie anche ai 17 goal segnati. Con la retrocessione degli Hammers nel 2003 passa al Charlton Athletic, con cui segna solamente quattro reti in 31 partite nella sua ultima stagione in Premier League. Nota di merito è il goal dedicato alla guardia di sicurezza Fabrizio Quattrocchi, rapito e defunto in Iraq.

Lascia il calcio giocato nel maggio del 2008 dopo aver fatto ritorno alla Lazio ed essere sceso in Serie C con il Cisco Roma.  Dopo varie esperienze tra cui quella da allenatore con Swindon Town e Sunderland è tutt’ora una delle voci, se non la più importante, del campionato inglese su Sky. Un modo per trasmettere a tutti, anche ai più piccoli, l’essenza del football d’oltremanica.

di Tommaso Vecchiarelli

 

 

Tommaso Vecchiarelli