Le tre cose che abbiamo imparato da Chelsea-Arsenal 2-2

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Una rivalità ultra decennale, differenza di stili e vedute, l’infinita contesa di un’enorme città. Si potrebbe definire così l’incontro clou che si è giocato alle 21.15 nel turno infrasettimanale di Premier League. Stiamo parlando della super sfida tra Chelsea e Arsenal, il derby di Londra. In città c’è sempre grande attesa per questo incontro tra i Blues e i Gunners; entrambi arrivano a questa sfida con le ossa rotte e il fiato sul collo delle inseguitrici. I primi vengono da una sconfitta abbastanza inattesa ed arrivata negli ultimi minuti sul campo del Newcastle, i secondi da un pari sofferto contro un sorprendente Sheffield United. Ambo le squadre cercano il riscatto immediato, e cosa c’è di meglio se non un classico London Derby; ci sono tutti i presupposti per un match spettacolare.

La gara è scoppiettante fin dai primi minuti nei quali è il team di Lampard a prendere in mano le redini, sfruttando soprattutto la pericolosità dei suoi esterni alti. Non a caso la prima occasione deriva da una combinazione tra Azpilicueta ed Hudson-Odoi che libera al tiro Kovacic, ma il tiro viene respinto da un grande intervento di Mustafi. Passano pochi minuti e Abraham va vicino al vantaggio colpendo di testa da buona posizione dopo una sponda di Rudiger; Leno blocca senza problemi. La partita subisce una svolta decisiva al minuto 25′ quando Mustafi effettua uno scellerato passaggio all’indietro innescando la corsa di Abraham che supera Leno ma viene steso da David Luiz. L’arbitro non ha dubbi e fischia il calcio rigore estraendo il cartellino rosso per il difensore brasiliano; non il ritorno allo Stamford Bridge che avrebbe sognato. Dal dischetto va Jorginho e non sbaglia, portando avanti i suoi. Primo tempo che termina con i padroni di casa in possesso del pallone ed in pieno controllo.

Nel secondo tempo l’Arsenal rientra dall’intervallo dopo aver riordinato le idee provando a compattarsi dietro per ripartire in contropiede. Dal canto suo il Chelsea risponde rispedendo al mittente qualunque tentativo di ripartenza avversaria, questo almeno fino all’ora di gioco. Infatti, da un calcio d’angolo non sfruttato da Willian e compagni riparte velocissimo Martinelli sfruttando anche lo scivolone di N’Golo Kanté, si fa tutto il campo e davanti a Kepa è freddo nel segnare la rete dell’1-1. Reazione immediata degli uomini in maglia blu con Willian che dall’angolo dell’area di rigore scocca un tiro che costringe il portiere a respingere lateralmente. Successivamente il neoentrato Barkley impatta di testa trovando uno straordinario gesto tecnico di Leno, che smanaccia in calcio d’angolo. All’83’ dopo una mezzora di puro assedio i padroni di casa trovano la rete del nuovo vantaggio con il capitano Azpilicueta che raccoglie un traversone a mezza altezza di Hudson-Odoi e fa 2-1. Neanche il tempo di esultare che Bellerin dopo quattro minuti mette di nuovo la palla in porta con un tiro di sinistro da fuori area, che beffa l’estremo difensore andandosi a depositare in fondo alla rete per un clamoroso pareggio Gunners.

 

 

Chelsea (4-3-3): Kepa; Emerson Palmieri, Christensen, Rudiger, Azpilicueta; Jorginho, Kanté, Kovacic; Willian, Abraham, Hudson-Odoi.

Arsenal (4-2-3-1): Leno; Bellerin, Mustafi, David Luiz, Saka; Torreira, Xhaka; Martinelli, Ozil, Pépé; Lacazette.

MARCATORI:  28′ Jorginho (C)  63′ Martinelli (A)  83′ Azpilicueta (C)  87′ Bellerin (A)

IL MIGLIORE Bern Leno. Senza dubbio l’unica certezza difensiva dell’Arsenal in questa partita. Un muro, su tutti i palloni, miracoloso più volte su Abraham e Willian. Da la forza ai compagni di andare a riprenderla.

LE TRE COSE CHE ABBIAMO IMPARATO DA CHELSEA-ARSENAL

  • David Luiz e Mustafi il binomio per un disastro. E’ incredibile come ancora questi due giochino titolari in una squadra di tale portata; incerti, persino sbadati alle volte. Ha da recriminare soprattutto Arteta, che se avesse avuto Sokratis a disposizione non avrebbe esitato a schierarlo.
  • Martinelli è un talento puro. Corsa, qualità, freschezza. Queste sono le caratteristiche che hanno contraddistinto fin qui l’avventura del giovane brasiliano con la maglia dell’Arsenal. Oggi ha sicuramente dato una grossa mano alla squadra, segnando un goal che non gli sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello.
  • L’inferiorità numerica è solo un fattore psicologico. La gara di oggi è solo l’ultimo di una serie di fulgidi esempi di come spesso si sia portati a dare di più in condizioni di inferiorità. In sintesi, i boys di Arteta non hanno proprio voluto mollare.

di Tommaso Vecchiarelli

Tommaso Vecchiarelli