FOCUS – Quello “sporco Leeds” di Don Revie

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Iniziamo subito con una domanda secca, a bruciapelo: quanti di voi conoscono la storia dello “sporco Leeds”?
Perchè la fama di quella squadra che tra i Sessanta ed i Settanta ha dettato legge in UK è piuttosto, ad usare un eufemismo, “macchiata”.
Saranno state le critiche di Cloughie, saranno state alcune partite disputate con un agonismo un tantinello eccessivo, fatto sta che l’indomito condottiero di Elland Road, Don Revie, è salito agli onori della cronaca non tanto per i suoi ottimi successi ma piuttosto per il tipo di footy che amava far giocare.
Donald George Revie nasce a Middlesbrough (ironia della sorte proprio come Brian Clough), ed inizia a muovere i primi passi calcistici nelle fila del Leicester; fu qui che iniziarono a prendere corpo le sue idee calcistiche, fatte di una tipologia di gioco prevalentemente difensiva e dai modi piuttosto rudi, grande fisicità e grande preparazione dal punto di vista della resistenza polmonare.
Dopo aver militato con alterne fortune tra Man City e Sunderland, Revie approda al Leeds dove rimane per 4 stagioni svolgendo anche il ruolo di player-manager. Dopo un periodo di assestamento, la squadra dello Yorkshire conquista una sudata promozione in massima divisione ed addirittura giunge seconda in campionato ed in FA Cup l’anno immediatamente successivo.

 Il regno di Don Revie ad Elland Road dunque iniziò subito con dei successi storici, fondamentali per guadagnare la fiducia di tutto l’ambiente e per far accettare dei regimi di allenamento veramente singolari, fatti anche di rigidità alimentari spartane. Più che un club, il Leeds stava diventando un’azienda a conduzione familiare, con tutti i componenti uniti tra loro da una solidarietà meccanica ed organica veramente incredibile, una struttura piramidale con al vertice il generale di ferro Revie.
Tra i nomi noti spiccano i celeberrimi Norman Hunter, Billy Bremner, Peter Lorimer, Jackie Charlton ed ovviamente Bobby Collins e Johnny Giles. Il dominio del Leeds è solo all’inizio: seguiranno due campionati, una FA Cup, una League Cup, due Coppe delle Fiere, un secondo posto in Coppa delle Coppe ed una semifinale di Coppa dei Campioni (European Cup, come veniva chiamata allora).
Il rapporto con la “famiglia” del Leeds includeva un’amicizia quasi fraterna con il presidente Harry Reynolds, e tale sentimento infinito di stima per Revie pesò tantissimo nel rapporto ostile che si instaurò anni dopo con Cloughie. Quest’ultimo rinfacciò quotidianamente (al pari di tutte le altre tifoserie britanniche) una serie di atteggiamenti poco inclini al fair play: entrate durissime, provocazioni fisiche e verbali che iniziavano già dagli spogliatoi, proteste reiterate contro gli arbitri, esultanze provocatorie.
Nonostante ciò, e malgrado anche le poche fortune di Don alla guida dei tre leoni plantageneti, il burbero tecnico di Middlesbrough è a tutt’oggi osannato nello Yorkshire e la sua morte, sopraggiunta nel 1989 a causa delle micidiale SLA, ha commosso generazioni intere di tifosi del Leeds.
Nel corso di questi ultimi anni la figura di Don Revie è stata comunque rivalutata, tanto da farlo introdurre nella Hall of Fame della FA (2004).
La tribuna centrale dello storico impianto di Elland Road è a lui intitolata, l’indomito Don, l’uomo che scelse di vincere facendosi odiare. E mai più il Leeds conobbe quei fasti.

Gabriele Fumi

Gabriele Fumi