Al termine dei Mondiali del 2006 in Germania, conclusi con la vittoria dell’Italia, il guru svedese Sven Goran Eriksson rivelò una notizia che destò non poco scalpore in terra d’Albione: il suo successore sarebbe stato Steve McLaren, ex manager del Boro. La notizia suscitò parecchi mugugni e lamentele dalle parti di Londra, con i tifosi che si sarebbero aspettati ben altro dopo il disastro dei Tre Leoni in territorio teutonico.
Il buon Steve si mise immediatamente al lavoro, conscio e consapevole di avere a disposizione una squadra di un certo calibro, non nascondendo la sua grande ambizione di voler vincere a tutti i costi l’Europeo del 2008. Ma prima di sbilanciarsi in previsioni azzardate e di compilare percentuali alla Liedholm, bisognava superare il girone eliminatorio composto da Croazia, Russia, Israele, Macedonia, Estonia ed Andorra. Non facile ma nemmeno impossibile.
Il cammino della nazionale inglese si rivela invece difficilissimo ed irto di ostacoli, ed è solo grazie ad un successo di Israele contro la Russia che i leoni entrano in possesso di un match point importante per chiudere i giochi: un semplice pareggio a Wembley contro la Croazia.
Gli inglesi vengono però sopraffatti per 2-3 dalla squadra allora guidata da Bilic (attuale manager del West Ham), e la Russia ne approfitta così per qualificarsi assieme alla nazionale dalla maglia a scacchi. L’Inghilterra è, clamorosamente, fuori! Immaginate la reazione dei tabloid? Ecco, tutto quello che pensate è solo una minima parte del putiferio che si abbattè inesorabile sulla testa del povero McLaren.
Avendo il tecnico aperto un ombrello per ripararsi dalla fitta pioggia londinese durante la partita, ecco che arriva puntuale come un orologio svizzero il soprannome goliardico “wally with a brolly” (“lo scemo con l’ombrello”). Ed è un epiteto che ancora oggi accompagna Steve McLaren, che siede sulla panchina del Newcastle; il tecnico è stato anche recentemente uccellato dai tifosi del West Ham durante la trasferta dei geordies al Boleyn, con tutto il pubblico pronto ad intonare la filastrocca dell’ombrello.
Ma McLaren è un tipo roccioso come tutti coloro originari dello Yorkshire, ed allora dietro l’angolo si presentano nuove sfide: il Twente, il Wolfsburg e di nuovo il Twente. I risultati però non arrivano, ed il gioco latita.
La grande opportunità per la catarsi è nella stagione 2013/14, al Derby County. La cavalcata dei rams è inarrestabile, ma proprio in finale playoff e proprio nel “maledetto Wembley”, arriva una clamorosa ed inaspettata sconfitta contro il QPR.
Alla storia sono passate alcune pesantissime affermazioni di noti tabloid, che non hanno avuto un briciolo di sportività e nemmeno di pietà verso un uomo in chiara difficoltà. La celebre foto in cui Steve McLaren sorseggia una tazza di caffè riparato da un ombrello, durante Inghilterra-Croazia, è stata oggetto di polemiche a non finire: “questa è l’unica coppa che l’uomo con l’ombrello ha saputo portare alla nazionale”. E non è un pensiero oggettivo, ma solo il più morbido dei titoli vomitati fuori quel freddo giorno.
Gabriele Fumi
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