Anche i ricchi piangono è un detto celebre in più parti della penisola italica ed a volte questo pianto può esser dovuto al fatto che queste persone tanto ricche non lo sono più.
E’ il caso di Sven Goran Eriksson, ex commissario tecnico della nazionale dei 3 leoni che dopo aver fatto parlare di sè per le sue disavventure calcistiche ed amorose, ora torna sotto le luci della ribalta per altre disavventure, stavolta finanziarie.
L’ex ct racconta la sua storia e di come ha sperperato 10 milioni di sterline e spiega come tutto partì da un mutuo che chiese per potersi comprare un appartamento a Belgravia (ndr. la zona più elegante costosa di Londra).
Il suo ex consulente finanziario non riuscì a farglielo ottenere e così lui si rivolse a chi poteva risolvergli questa matassa.
Ed è qui che entra in scena Samir Khan, 45 anni di origine pakistana, che da subito riuscì ad accaparrarsi la fiducia di Eriksson in quanto aveva l’ufficio in Bond Street, aveva già lavorato per Nick Faldo (grande golfista) ed era accreditato presso la City di Londra.
Così dal 2008 il sig. Khan ha gestito tutto l’ambito finanziario di Eriksson, ed il tecnico svedese durante gli anni non ha mai approfondito molto sulla gestione del suo consulente fidandosi in toto del suo fiuto per gli affari.
La realtà, come lui stesso Sven ha ammesso, fu che non ha mai dato peso al denaro.
E qui fu l’errore: mentre era ct della nazionale, Khan effettuò prima l’investimento su una compagnia tecnologica che era in procinto di esser venduta alla HP (vendita poi mai effettuata), poi un investimento in una società di sviluppo immobiliare (in cui l’investitore principale era Harry Redknapp).
Nel 2009 la Coutts Bank avvisò Sven che Samir stava effettuando rischiosi investimenti ma lo svedese non diede peso a ciò, come pure non diede peso a quando lo stesso Redknapp lo avvisò che il sig. Khan non era affatto un buon consulente.
Più tardi vi furono altri investimenti sbagliati/inutili (dall’acquisto di una spiaggia alle Barbados, al lancio di una rivista di moda a costose ristrutturazioni nella sua, di Khan, casa) che portarono alla perdita di milioni di sterline ma Eriksson per fiducia nelle parole di Khan o per disinteresse o incuranza non diede mai peso a tutto ciò fino al momento in cui il consulente non gli chiese una sua firma per un mutuo su una sua casa in Portogallo.
Fu allora che la verità venne fuori la verità anche grazie alla consulenza della Deloitte e si andò per avvocati.
Nel 2012 sempre la Coutts Bank lo avvisò che era sull’orlo della bancarotta e che non aveva pagato tasse per 1 milione di sterline.
Inoltre con l’aiuto del fratello scoprì che aveva spese fisse per 30.000 sterline al mese, che stava pagando ancora il leasing per l’auto della sua ex fidanzata e che la sua ex moglie viveva ancora nella sua casa quando se ne sarebbe dovuta andare ben 3 anni prima.
Eriksson dovette vendere tutto (compreso la casa in Svezia) e Khan dichiarò per se stesso la bancarotta.
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