Lo storico titolo vinto da Roberto Mancini con il Manchester City

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MANCHESTER, ENGLAND - MAY 13: Vincent Kompany the captain of Manchester City and Roberto Mancini the manager of Manchester City pose with the trophy following the Barclays Premier League match between Manchester City and Queens Park Rangers at the Etihad Stadium on May 13, 2012 in Manchester, England. (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

Nel calcio sono stati molti i momenti che ci hanno fatto capire quanto questo sport sia pazzo e imprevedibile. Salvezze, vittorie di titoli e partite da capogiro, ad esempio. In Inghilterra, uno dei momenti più significativi degli ultimi anni è stato senza dubbio il titolo vinto da Roberto Mancini alla guida del Manchester City.

NUOVI ACQUISTI E UN INIZIO DA RECORD

La preparazione per la stagione sportiva 2011-2012 non inizia nel migliore dei modi, causa la difficoltà della dirigenza nel vendere alcuni giocatori non funzionali al progetto; Adebayor, Bellamy e Wright-Phillips tra gli altri. Nonostante ciò vengono messi a segno diversi colpi, su tutti, l’attaccante argentino Sergio Aguero dall’Atletico Madrid. Inoltre, l’ex allenatore dell’Inter dispone di giocatori del calibro di Mario Balotelli, Edin Dzeko e Yaya Touré, che quell’anno si rivelarono di estrema importanza.

Il campionato inizia con un netto testa a testa tra il City e lo United di Ferguson, team dominante delle ultime annate. Dopo un duello a colpi di vittorie durato quasi dieci partite, il 22 ottobre si gioca all’Old Trafford il derby più sentito degli ultimi anni. L’undici di Mancini risponde impartendo una lezione esemplare, risultato finale di 1-6. Apparentemente sembra non esserci storia, il City era dato per campione dopo parecchio tempo dall’ultima volta.

DELUSIONI E SPERANZE

Il Man United invece, non si da per vinto, e sfruttando i passi falsi dei rivali contro Liverpool e Chelsea nelle gare successive, riesce a recuperare lo svantaggio in termini di punteggio. Alla pausa invernale, le due compagini si trovano appaiate in cima alla classifica. Il girone di ritorno si rivela però un vero e proprio inferno per gli Sky Blues; una serie di sconfitte contro formazioni di media bassa classifica li fanno scivolare a otto lunghezze dalla prima posizione.

Il 9 aprile, però, accade qualcosa di inaspettato. Un Wigan apparentemente spacciato e condannato alla Championship passa per 0-1 contro il Manchester United, consentendo ai cugini di riavvicinarsi. I colpi di scena non finiscono qui, e infatti nel turno successivo l’Everton blocca sul pirotecnico risultato di 4-4 i ragazzi di Sir Alex. Il culmine arriva in occasione dello scontro diretto tra le due formazioni; all’Etihad i Citizens si impongo grazie al colpo di testa del capitano Vincent Kompany, al termine di una partita tiratissima.

UN FINALE AL CARDIOPALMA

Arriviamo così all’ultima giornata in perfetta parità. Il Manchester United gioca contro un Sunderland senza obbiettivi, poiché ampiamente al sicuro; Mancini e i suoi si trovano invece a fare i conti con un QPR in lotta contro il Bolton per non retrocedere; al City non resta altro che vincere, in quanto avanti per differenza reti rispetto ai diavoli rossi. Nonostante le buone intenzioni, la partita non si mette per niente bene; al 90′ il Queens Park Rangers è avanti per 1-2, risultato che consegnerebbe il titolo allo United, che nel frattempo ha battuto 1-0 i Black Cats.

Quello che accadde in seguito, è ricordato ancora oggi come una di presa di posizione del dio del calcio; al minuto 91′ Edin Dzeko sfrutta una sponda da calcio d’angolo e segna il goal del 2-2. Qualche minuto dopo accade l’impensabile: la palla arriva Balotelli che cadendo riesce a servire Aguero; in quell’istante “El Kun” dimostra di valere ogni singola sterlina che ci è voluta per comprarlo. Dopo aver ricevuto il pallone, scarta un avversario e scarica in porta la rete del 3-2; all’Etihad è festa grossa, gli Sky Blues sono campioni, Roberto Mancini esplode di gioia. Tanta delusione serpeggia tra la gente di fede United. Ecco la storia di come, dopo 44 anni, il Manchester City è tornato sul trono d’Inghilterra.

di Tommaso Vecchiarelli

Tommaso Vecchiarelli