MANCHESTER UNITED – Che sarà, che sarà, che sarà…?

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van persie

Le scorie di Atene – Dopo la bufera che martedì sera ha travolto gli uomini di David Moyes (e Moyes stesso) in terra greca, è tempo di ripartire. Si sono sprecati i titoli e i sondaggi sulle colpe dell’allenatore scozzese, sulla sua inadeguatezza a sedere sulla panchina dei Red Devils. Che sia realmente in pericolo, però, non è una certezza; anzi, il Guardian ritiene che la panchina non sia a rischio.

Robin Van Persie ha definito “lousy“, disgustosa, la situazione dello United, in Campionato e in Coppa; ma ha giustificato l’allenatore – come ci si aspetta da un giocatore tutto sommato di nuovo corso come lui – sebbene sia arrivato nell’ultimo anno dell’era Ferguson. “E’ nuovo e ha bisogno di tempo. Sta lavorando duramente e così stiamo facendo noi”, riferisce al Sun.

Sir o non Sir? – Lo scossone che in estate ha prodotto l’abbandono di Sir Alex Ferguson (e, al di là della di lui permanenza nel team societario, di abbandono si tratta, sebbene giustificato da una scelta totalmente legittima) non è ancora stato assorbito. Ci chiediamo se appartenga a questa stagione la possibilità di un totale assestamento, ma ne dubitiamo fortemente.

Quanto sia realmente lì il nocciolo della questione è una domanda che non ammette una risposta esaustiva: non ci sarà una controprova, non ci sarà qualcuno che potrà giudicare dove inizia la presunta inadeguatezza di Moyes e dove inizia invece un’altra giustificazione.

Non ce ne voglia Moyes, ma sarebbe un bene per il futuro del Manchester se con un colpo di spugna, tra qualche mese, si potesse ricominciare, tornando indietro a dove ci si era fermati. Perché, e ancora non ce ne voglia, questo United è troppo troppo lontano da una minima parvenza di parentela con quello… “vero”.

Ci si può legittimamente chiedere se Rooney avrebbe potuto fare di più, se Van Persie avrebbe potuto far fruttare i milioni di sterline che sono stati spesi per lui e metterli sul piatto d’argento in una sola sera, firmando il pareggio. Ci si può chiedere se è lecito aspettarsi altro da questo United, se la reazione giusta sia lo stupore o la rassegnazione.

Wenger difende le inglesi – Quando il collega di Moyes, l’allenatore dell’Arsenal, in conferenza stampa tuona (si far per dire, Sir) che “è troppo presto per giudicare i club inglesi in Champions”, che “bisogna aspettare le gare di ritorno”, commette forse un errore di buonismo: o meglio, il Chelsea che pareggia in Turchia è una storia accettabile, il City che perde in dieci contro il Barcellona è una storia possibile, l’Arsenal che perde 2-0 in casa con il Bayern Monaco (e il ruggito che lo accompagna) è un’altra storia possibile – triste, amara, ma possibile. Wenger ha commesso un errore di buonismo, perché ha paragonato delle storie possibili a una, quella di Moyes&Co., che non ha un contraltare nel campo di ciò che-poteva-succedere.

E’ successo, la tragedia greca è stata completa. Chiariamoci, il risultato è ribaltabile. Ma c’è qualcosa che non potrà essere riscattato, e sarà il tempo, vedremo quanto, a dirci se prima o poi tornerà.

Ilaria Ferraro