“Se lo guardi bene capirai che è uguale al sistema usato della leghe dei campionati per club. Certo necessita di una spiegazione, che tutti ci si focalizzino, ma non direi che è particolarmente complicato” così Giorgio Marchetti, nuovo direttore delle competizioni Uefa, ha risposto ad inizio settembre alla domanda di un giornalista della BBC che gli chiedeva lumi sul regolamento del neonato torneo Uefa Nations League.
Marchetti ha preso il posto di Gianni Infantino divenuto presidente FIFA, essere il direttore delle competizione Uefa significa entrare nell’immaginario comune come colui che estrae le palline durante i sorteggi. In realtà quello che vediamo è solo la punta dell’iceberg, il lavoro di Marchetti nel periodo di lancio della nuova competizione federale deve essere stato alacre.
Ora che la Uefa Nations League sta entrando nel vivo si può dire il torneo ha le potenzialità per entrare nel cuore dei tifosi del vecchio continente, soprattutto in quelli delle squadre meno forti. Piacerà soprattutto a loro perché la formula della competizione è studiata per dare a tutti uno spettacolo che sia soddisfacente.
Regole complicate, ma di buon senso
Le 55 rappresentanti delle federazioni Uefa sono state suddivise in 4 fasce a seconda della posizione del ranking, nella prima lega sono state collocate Olanda, Francia, Germania, Islanda, Svizzera, Belgio, Polonia, Italia, Portogallo, Croazia, Inghilterra e Spagna. Queste 12 sono secondo il ranking le squadre più forti d’Europa, sarà tra di loro che si deciderà chi a giugno del 2019 alzerà il trofeo.
Il bello è soprattutto questo: le più forti sfidano le più forti. Nella seconda lega c’è un altro gruppo di 12 squadre, sempre in ordine di ranking. Sulla competitività la formula di questo torneo rischia di fare scuola (ed essere presto riproposta dalla Fifa), tutti hanno realmente motivo di esultare: le nazionali dei top player si sfideranno tra di loro e sarà un grande banco di prova che si rinnova ciclicamente, uno stimolo che consentirà agli allenatori di avere un prova tangibile di come gioca la squadra contro avversari di pari livello.
Basta partite come Isole Faerøerne – Portogallo (finita 0-6 nel 2016), meglio che le Faerøerne giochino contro Malta e vincano 3 a 1 con soddisfazione (come accaduto nella prima partita disputata nel nuovo torneo). Non vale la logica del “migliorarsi giocando coi più forti” se i più forti sono atleti professionisti e la tua squadra è composta per lo più da amatori di buon livello, meglio vincere qualche match internazionale ogni tanto e pompare il morale mentre quelle forti si preparano per le manifestazioni internazionali giocando tra di loro.
La porta per Euro 2020
La suggestione è che una delle ultime squadre del ranking si qualificherà per i prossimi europei. In pratica abbiamo detto che le squadre sono divise in 4 leghe e ognuna di esse consta di 4 gruppi. Le prime classificate di ogni gruppo si sfideranno in un play-off per la conquista della qualificazione; qualora la squadra arrivata prima si sia già qualificata per gli europei cederà il posto alla prima non classificata della lega scelta in base al ranking. La vincitrice dei play off andrà agli europei, una squadra per ogni lega.
Quindi una tra Georgia, Lettonia, Kazakistan, Andorra, Bielorussia, Lussemburgo, Moldavia, San Marino, Azerbaijan, Faerøerne, Malta, Kosovo Macedonia, Armenia, Liechenstein, Gibilterra, andrà a Euro 2020. Spesso questo genere di scelte incappa nella critica del mancato rispetto dei rapporti di forza, ma è giusto portare in questi paesi l’amore per lo sport magari tramite un grande exploit calcistico, oltre a dare l’idea di un’Europa molto attenta anche ai suoi “soci di minoranza”.
Far girare l’economia
Non possiamo trascurare il discorso legato alla pecunia, anche e soprattutto perché trattandosi di un torneo ufficiale riconosciuto dalla Uefa vi sono un montepremi e una serie di interessi connessi.
Il premio messo a disposizione dalla federazione ammonta a 76,2 milioni di euro complessivi così ripartiti: 1,5 milioni di euro alle squadre che militano nella prima lega; 1 milione per quelle della lega B; 750 mila euro per la C; 500 mila euro alla D. Chi vince il proprio girone raddoppia il premio. Per le finaliste c’è un guadagno ulteriore: alla quarta vanno 1,5 milioni di euro, alla terza 2,5, alla seconda 3,5, alla prima 4,5. In pratica vincere il torneo significa guadagnare 7,5 milioni di euro, siamo a distanze siderali dai quasi 2 miliardi di euro che la federazione destina alla Champions League ogni anno.
Anche questo però è un fattore destinato a crescere con un’attenzione diversa da parte delle televisioni che stanno ancora annusando l’affare per capire se gravita un reale interesse intorno a queste partite oppure no. Di sicuro anche in questo caso andrà meglio rispetto alle amichevoli dal risultato scontato. Non se lo sono fatto ripetere, invece, i bookmakers che hanno già integrato la Uefa Nations League al loro palinsesto, potendo proporre quote molto più equilibrate e accaparrandosi un maggior numero di giocate.
È quindi nata una competizione che ha le carte in regola per distinguersi dalla normale pratica dei test match, un torneo che probabilmente farà più piacere alle nazionali meno titolate rispetto ai grandi blasoni che hanno in rosa i giocatori più forti del mondo chiamata a giocare praticamente ogni 3 giorni. Chissà che tra qualche anno non solo sia il momento giusto per vedere il Lussemburgo qualificarsi agli europei, oppure per tornare a godere di un calcio nazionale e internazionale con un calendario meno forsennato.
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