Andrea Ranocchia ha vissuto una carriera sicuramente soddisfacente: l’esplosione al Bari, la parentesi al Genoa, il legame decennale con l’Inter con in mezzo i prestiti a Sampdoria e Hull City, oltre alla coda al Monza, quando il grave infortunio lo ha portato alla decisione del ritiro.
Il suo legame con i colori nerazzurri non è un segreto e Ranocchia parte proprio dallo scudetto interista nella sua intervista a sitiscommesse.com: “Io l’ho sempre detto perché comunque, secondo me, negli ultimi anni l’Inter ha sempre avuto la squadra più forte. Poi insomma, quando inizia la stagione non sai mai le squadre come reagiranno a una stagione lunga perché c’è la Juve, c’è il Napoli, c’è il Milan… Però la rosa dell’Inter per me è ineguagliabile in Italia perché ha una rosa molto lunga, giocatori molto forti e ogni tanto anche con Simone Inzaghi, quando ci si trova coi ragazzi, ci si scherza tanto. Gli dico sempre che è difficile fare la formazione, sceglierne undici tra questi, col doppio di giocatori che hai a disposizione è veramente complicato perché la rosa è forte”.
A proposito dei suoi inizi con l’Inter, gli aneddoti svelati dall’ex difensore sono particolarmente interessanti: “Quando sono arrivato non ci capivo niente. Sono stato trasportato dal Genoa che comunque era una squadra di Serie A però di livello più basso, a una squadra che sei mesi prima aveva alzato tutto quello che poteva alzare a livello di trofei. Quindi mi son ritrovato nello stesso spogliatoio con quei campioni che magari ammiravo qualche mese prima in TV. Lo stupore più grande è che sono stati tutti bravissimi con me, mi hanno accolto benissimo. Non c’è stato un giocatore che mi abbia messo in difficoltà. Ti dico Stankovic, Materazzi, Chivu, Thiago Motta sono questi giocatori che mi hanno aiutato un po’ a capire che cosa era l’Inter, che cosa voleva dire giocare l’Inter. E loro sono stati quelli che mi sono stati più vicino. Poi c’era Samuel, c’era Pupi, c’era Cambiasso, Maicon veramente sono stati tutti tutti bravi con me”.
Ranocchia e l’esperienza in Premier League
Come accennavamo, Andrea Ranocchia ha anche vissuto una breve esperienza in Premier League, precisamente con la maglia dell’Hull City, trasferendosi in prestito dall’Inter nel gennaio 2017, quando a Milano in panchina c’era Stefano Pioli. Questo il suo ricordo del campionato inglese e dell’inimitabile atmosfera che si respira negli stadi.
“È stata una delle esperienze più belle della mia carriera perché ho avuto modo di capire e di vivere un calcio che, se ci giochi e se lo vivi, capisci perché è il primo calcio a livello mondiale, perché girano tutti quei soldi e perché tanti giocatori vogliono andare a giocare in quel campionato. Lì c’è questa grandissima passione, una passione sana rispetto al campionato italiano, lì c’è proprio una passione sana per lo sport. Tutti i tifosi cercano di sostenere la squadra in tutti i momenti. Ti faccio un esempio, l’ultima partita quando siamo retrocessi con l’Hull City, tutti noi naturalmente eravamo nello spogliatoio tristi. Dopo un quarto d’ora, i tifosi ci chiamano fuori. Io abituato con l’Italia ho pensato “adesso ci contestano, ci insultano”. Invece, ci hanno fatto fare il giro del campo, tutti quanti ci hanno applaudito, tutti quanti.
Io penso che in Italia, non succede quasi mai che il giorno della retrocessione, dopo un quarto d’ora, ti chiamano fuori i tifosi per fare il giro del campo. Ecco, questo riassume un po’ quello che è il sentimento del calcio inglese, oltre che comunque c’è l’atmosfera, i campi, gli stadi bellissimi…”.
Non è un caso, allora, che quando a Ranocchia viene chiesto da quale allenatore gli sarebbe piaciuto essere guidato, nomini due tecnici della Premier League, ovvero Pep Guardiola (Manchester City) e Roberto De Zerbi (che ha appena dato l’addio al Brighton), oltre a Xabi Alonso che ha fatto faville con il Bayer Leverkusen, vincendo inaspettatamente la Bundesliga dopo anni di dominio ed egemonia totale del Bayern Monaco.
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