The Beatles Reds Corner – I Want To Hold Your Hand – Song 19

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I Want To Hold Your Hand 

Pandemia. Coronavirus. Covid-19. Ovunque è possibile ascoltare, leggere, vedere commenti, post, articoli, servizi su questi argomenti. D’altronde è un avvenimento globale, ci leggeranno sui libri di storia, troveranno cause, colpevoli, conseguenze in merito a tutto ciò che sta accadendo, noi però, ora, lo stiamo vivendo. Mi ha stupito l’enorme dignità e coraggio con cui gli italiani stanno affrontando questo enorme problema che, prima o poi, finirà. Ci stiamo abituando ad ascoltare pareri, opinioni da tante persone, forse troppe. E ora che anche l’Europa sembra essersi accorta di ciò che sta accadendo, il numero dei personaggi coinvolti aumenta sempre più. 

Il Liverpool, dal punto di vista dei risultati sportivi non sta attraversando un periodo molto positivo, ed ora che anche il proseguimento deli campionati è a rischio, si ha paura che vengano mescolate le carte anche per la Premier League, l’ultimo obiettivo saldamente in tasca dei Reds. Dopo la sconfitta con il Chelsea in FA Cup, in conferenza stampa il tema della pandemia ha ovviamente preso il sopravvento su quello sportivo ed è stato chiesto a Klopp un parere a riguardo. La risposta dell’allenatore Reds ha confermato l’idea di uomo umile che ho di lui ed è stato forse l’unico a schivare l’argomento, mettendosi al proprio posto e ribadendo, infastidito, di non essere la persona adatta a rispondere di tali argomenti, invitando tutti a seguire quanto ci viene detto da chi ne sa qualcosa in più di noi, in fondo “Io indosso un cappello da baseball e ho la barba fatta male, sono un allenatore di calcio” 

Una delle prime direttive che ci sono piombate addosso è stato l’invito a evitare le strette di mano in ogni ambito. All’inizio della partita di Champions League contro l’Atletico Madrid, ritorno degli ottavi purtroppo amari per il Liverpool, all’uscita dai tunnel di Anfield Road, il tecnico tedesco ha reagito male al tentativo da parte di alcuni tifosi di stringergli la mano, “Put you hands awayyou f*****g idiots”. È stata una delle ultime partite ufficiali giocate prima dello stop totale di quasi tutti i campionati, prima che il mondo si fermasse completamente, specialmente in Italia. È come se qualcuno avesse spinto il tasto pausa della realtà normale e fossimo tutti qui ad aspettare che venga nuovamente premuto il tasto play per tornare alla normalità più totale. 

Immaginiamo un attimo, per distrarci, se una cosa del genere fosse stata imposta negli anni sessanta, all’epoca dei Beatles. Catapultiamoci esattamente nel 1963 quando i primi successi dei Beatles cominciavano a conquistare i primi posti delle classifiche musicali, uno di questi può oggi sembrare sarcastico nel significato del titolo, si tratta di “I want to hold your hand” 

John Lennon e Paul Mc Cartney nei loro primi anni di storia musicale amavano comporre insieme le canzoni, riguardo questo brano la location fu casa di Jane Asher (compagna di Paul) “Eravamo faccia a faccia, a quattr’occhi, a quei tempi era così che eravamo soliti comporre: suonandoci letteralmente uno in faccia all’altro” avrebbe detto John in un’intervista. “I want to hold your hand” è una delle tante canzoni dei FabFour a non essere stata inserita in nessun album da studio, ma conosciuta solo come singolo ed è stata una delle prime ‘numero uno’ della loro storia.  

Paul adorava stare a casa di Jane perché c’erano in giro per casa strumenti dappertutto e quel giorno fu Paul a tirare fuori dal nulla l’intro della canzone con pieno entusiasmo di John nel capire subito che sarebbe stato quello giusto. Sono presenti molti crescendos e descendos, John è la voce principale e la usa in modo stridente e aggressivo, quasi a livello di “Twist and Shout” nonostante la dolcezza delle parole. 

Chissà come sarebbe stata la storia dei Beatles se avessero dovuto rispettare lo slogan #iorestoacasa, non avrebbero avuto di certo smartphone e tablet per le videochiamate, non avrebbero potuto “playing into each other’s noses”. Chissà come sarà la storia dell’Italia e dell’Europa dopo tutto ciò, ma solo uniti ce la faremo, i sacrifici verranno ripagati. 

Simone Ferracci