I più grandi colpi dei talent scout della Premier League

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Il lavoro del talent scout può essere uno dei più redditizi per un club, portando la società ad incassare cifre non indifferenti, guadagnando su plusvalenze importanti. Vediamo ora alcuni dei colpi più importanti messi a segno proprio grazie agli scout.

Mason Mount (Chelsea)

Mount aveva sei anni quando lo scout del Chelsea Rob Winzar lo vide giocare in un torneo a sette per il Boarhunt FC e ne fu subito colpito. Ma reclutare Mount non è stato un compito facile. Quando Winzar ha chiesto al padre di Mount il permesso di portare il giovane talento al centro di sviluppo del Chelsea, il padre inizialmente ha rifiutato. Voleva che Mount si godesse il suo calcio e non fosse coinvolto in “tutto questo”. Fortunatamente, Winzar aveva un asso nella manica. Ha invitato l’intera squadra del Boarhunt al centro di addestramento di Cobham per un torneo. Il Boarhunt ha vinto il torneo con Mount come protagonista e la futura stella dei Blues si è poi unita al gruppo del Chelsea U9.

Yohan Cabaye (Newcastle United)

Il caposcout dei Magpies Graham Carr, fu incaricato dal proprietario Mike Ashley di scovare in giro per l’Europa giocatori di talento dall’ingaggio basso e con il contratto in scadenza. Carr andò così a pescare al Lille il playmaker francese Yohan Cabaye che all’epoca guadagnava solamente 6mila sterline a settimana. Il Newcastle offrì quindi un ingaggio quadruplicato al giocatore e 3,6 milioni di sterline al club transalpino. Nella prima stagione al St.James’ Park Cabaye divenne il top player dei Magpies e dopo aver resistito a varie offerte, nel 2014 il club inglese lo ha ceduto al PSG per 19 milioni, dopo sole tre stagioni nel Tyneside.

Ian Wright (Crystal Palace)

Nel 1985 il Palace viene contattato da Billy Smith, manager del piccolo club londinese Dulwich Halmet, per visionare un attaccante 21enne. Ian davanti al talent scout Peter Prentice segna dopo soli 20 secondi e con una partita fantastica si guadagna un provino a Selhurst Park. Il 22enne Wright firma così per le Eagles in cambio di 200 sterline in materiale tecnico, diventerà una stella poi ceduta all’Arsenal per 2,5 milioni di sterline. Con i Gunners metterà a segno ben 185 reti.

Javier Hernandez (Manchester United)

Monitorato dai Red Devils fin dal 2005, venne consigliato dal nazionale messicano Marco Garces, in buoni rapporti con Jim Lawlor, caposcout dello United. Nel dicembre del 2009 Graces fornisce una relazione positiva e Lawlor all’inizio del 2010 lo visiona tre volte, viene in seguito ingaggiato ad aprile 2010 per 6 milioni di euro dal Chivas. Con i Red Devils colleziona ben 157 presenze e 59 reti. Nel 2014 viene ceduto in prestito per una stagione al Real Madrid e successivamente ceduto al Bayer Leverkusen per 15 milioni.

Sadio Mané (Southampton)

Uno dei colpi più importanti dei Saints è sicuramente Sadio Mané, giovane senegalese proveniente dal Red Bull Salzsburg. Mané nelle sue prime due stagioni in Inghilterra stupisce tutti mettendo a segno 25 gol in 74 presenze. Con questi numeri i più grandi club del mondo pongono su di lui la propria attenzione, ma sarà il Liverpool di Klopp ad aggiudicarsi il giocatore per la cifra record di 41,2 milioni nell’estate del 2016.

Raheem Sterling (Liverpool)

Appena 14enne giocava con l’U18 del QPR e fu visto da Mark Anderson, talent scout del Liverpool, in una partita contro il Crystal Palace. A fine gara esclamò: “Non credevo ai miei occhi, il giocatore migliore che ho visto finora”. Seguito anche da Tottenham e Fulham, andò al Liverpool appena 15enne per un milione di sterline. Nel 2012 ha esordito in prima squadra iniziando un’ascesa inarrestabile. Nel 2015 viene ceduto al Manchester City per la cifra faraonica di 68 milioni, bonus compresi.

Gareth Bale (Southampton)

Bale fu individuato in un torneo 6 contro 6 a Newport dall’osservatore dei Saints Rod Ruddick e ingaggiato nel 2005 a soli 16 anni. Il Tottenham approfittò poi delle difficoltà economiche del Southampton per acquistarlo ad appena 5 milioni di sterline.

 

Paolo Mossini