EDITORIALE – Una storica giornata di Premier League

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FUGA ARSENAL
Arriva un messaggio forte e chiaro dalla decima giornata di Premier League. L’Arsenal non è un fuoco di paglia, batte il Liverpool 2-0 e vola a +5 sul terzetto di inseguitori formato da Chelsea, Liverpool e Tottenham. Cazorla colpisce nel primo tempo. Aaron Ramsey suggella una vittoria meritata con un favoloso destro che lo porta a quota 10 reti stagionali, capocannoniere di una squadra lontana parente di quella inesperta e svagata delle ultime stagioni. Dopo otto anni di delusioni e sconfitte cocenti, i tifosi dell’Emirates possono finalmente sognare in grande.

PASSO FALSO BLUES
Inaspettata sconfitta per il Chelsea di Mourinho che affonda a Newcastle sotto i colpi di Gouffran e Remy. Dopo un mese d’ottobre fantastico con sei vittorie in altrettanti incontri, arriva una battuta d’arresto in casa dei Magpies che si confermano avversario arcigno tra le mura amiche. Niente panico, niente drammi per The Special One, ma stiamo tranquilli che il secondo tempo dei Blues non è piaciuto per niente al tecnico portoghese che saprà trarre come sempre il meglio dalle sconfitte.

PIOVONO RETI A MANCHESTER
Sabato di bagordi per le squadre di Manchester. City e United vanno a braccetto seppellendo di reti  gli avversari già nel primo tempo. Norwich e Fulham non sono certamente squadre di prim’ordine, ma il segnale lanciato è eloquente; ci sono anche loro per il titolo. Pellegrini può contare su una rosa piena di fuoriclasse e su un reparto offensivo che ha una media di quasi tre gol realizzati a partita. Moyes ha dalla sua la storia e la grandezza del club che dirige. Storia e grandezza che però forse rappresentano anche un passato difficile da far dimenticare quando il passato si chiama Sir Alex Ferguson e ha portato in dono 13 campionati vinti e due Champions League, giusto per citare i trofei più importanti.

PARI E PATTA
Forse non sono candidate al titolo, ma certamente lottano per un posto in Europa, Everton e Tottenham. A Goodison Park si sono affrontate e si sono sostanzialmente equivalse in un match con poche emozioni e che ha lasciato la sensazione che Toffees e Spurs abbiano qualcosa di incompiuto, quel piccolo step che manca per arrivare al top.
Un pari che non fa male a nessuno tra West Ham e Aston Villa. Benteke dimostra per l’ennesima volta che merita ben più di una squadra che naviga nelle acque basse della classifica ed è probabile che a suon di milioni nella prossima estate il suo potenziale verrà giustamente messo in condizione di esprimersi.

BEGOVIC NELLA STORIA
Veder segnare un portiere è una cosa abbastanza rara. E’ accaduto soltanto quattro volte nella storia della Premier League, ossia dal 1992 in poi. Ci erano riusciti soltanto Schmeichel, Friedel, Robinson e Howard. Ieri è effettivamente accaduto l’imponderabile. Il quinto gol più veloce della storia della Premier League lo ha realizzato il portierone bosniaco dello Stoke City Asmir Begovic, che dopo soli dodici secondi ha portato la sua squadra in vantaggio con un rilancio da 100 metri. Certo, i meriti di Begovic sono pari a un millesimo delle colpe di Boruc che si accorge della frittata solo quando la palla lo ha ormai scavalcato, ma pur di fare gol al Southampton in quest’inizio di stagione, si scarta volentieri anche un regalo del genere. Nonostante l’evento storico, niente panico in casa Saints, poichè Jay Rodriguez regala un punto a Pochettino che con 19 punti affianca City e Tottenham ed è l’autentica rivelazione di questo campionato.

CRISI NERA
Ci sono altre due rivelazioni di questo campionato. E purtroppo per loro non lo sono in senso positivo. Sunderland e Crystal Palace stanno vivendo una stagione al limite dello psicodramma. Poyet sognava di aver rilanciato la squadra dopo la vittoria nel derby contro il Newcastle, ma la prestazione di Hull, coronata da un’autorete e due espulsioni nel primo tempo, ricaccia il Sunderland in una situazione delicatissima. Certamente i Black Cats hanno uomini e individualità per uscire dal momento nero, ma trovarsi invischiati in una lotta senza tregua come quella per la salvezza non è per niente facile e non sempre la qualità è l’arma più efficace in questo tipo di battaglie.
Ancor più delicata è la situazione a Londra, sponda Eagles. Ultimi in classifica, senza allenatore, senza giocatori di qualità e con un biglietto per un ritorno in Championship soltanto da timbrare. A sconfortare non è tanto la sconfitta a West Bromwich, peraltro contro un avversario degnissimo e che ha mietuto vittime ben più quotate, ma piuttosto una gestione societaria completamente errata. Alla gioia per la promozione conquistata attraverso il play-off contro il Watford di Zola, non è seguito un adeguato rinnovamento per affrontare un campionato infinitamente più difficile come la Premier League. Unica vittoria, inutile dirlo, contro il Sunderland, allora ancora nelle mani di Di Canio. Gli allenatori italiani da battere sono finiti, purtroppo per il Palace.

DERBY DEL GALLES
Merita una menzione a parte la sfida tra Cardiff e Swansea. Un derby che andava oltre i tre punti che portava in classifica. Le due squadre più rappresentative del Galles che per la prima volta assoluta si sfidavano nella massima divisione inglese.
Lo Swansea di Laudrup è da anni una certezza del calcio d’oltremanica, storia meravigliosa culminata con la conquista della League Cup la scorsa stagione e un posto in Europa League nella quale sta facendo una gran figura.
Il Cardiff è invece giunto in Premier League per la prima volta, dopo 51 anni di assenza dalla prima divisione inglese. Un inizio di stagione nel quale con l’orgoglio, il carattere e l’organizzazione hanno sopperito a un livello qualitativo non eccelso, battendo perfino il Manchester City in una sfida che è già entrata nella storia del Millennium Stadium.
In campo ha avuto la meglio il Cardiff che si è imposto meritatamente per 1-0. E la rete l’ha realizzata Caulker, ex giocatore dello Swansea, su assist del gallese Bellamy.
Riuscite a immaginare qualcuno più felice dei tifosi del Cardiff stasera?