Gol, punizioni, occasioni create: cosa porta Eriksen all’Inter

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La mancata convocazione per la sfida di FA Cup tra Tottenham e Southampton è l’ultimo atto di una trattativa che ormai si può considerare conclusa. L’Inter ha messo le mani su Christian Eriksen, raggiungendo prima un accordo col giocatore in scadenza di contratto a fine stagione e poi accontentando le richieste del durissimo Daniel Levy, arrivando a mettere sul piatto tra parte fissa e bonus i 20 milioni di euro stabiliti come prezzo per la cessione a gennaio. Lunedì dovrebbe essere il giorno delle visite mediche di rito e dunque degli annunci ufficiali.

Christian Eriksen sarà il sesto calciatore danese ad indossare la maglia nerazzurra in quasi 112 anni di storia. I suoi predecessori non lasciarono grandi tracce: da Harald Nielsen a Thomas Helveg passando per Patrick Olsen e i giovani Morten Knudsen e Jens Odgaard. A differenza loro, però, il campione degli Spurs arriva con un curriculum decisamente superiore ed un ruolo sicuramente più importante.

Il tecnico Antonio Conte aveva chiesto esperienza internazionale e qualità. Niente di meglio di un recente finalista di Champions League che fa della qualità il suo marchio di fabbrica per accontentare l’allenatore che vuole tentare di soffiare lo scudetto alla Juventus. I numeri aiutano a capire ulteriormente quanto Eriksen possa incastrarsi bene con le esigenze della formazione nerazzurra.

Nel 3-5-2 ad assetto variabile varato da Conte, Eriksen può giocare da classico trequartista galleggiando tra le linee, da mezzala interna a sinistra e a destra oppure in caso di emergenza anche da regista ed esterno. In carriera ha segnato 106 gol e fornito qualcosa come 154 assist. Le ultime stagioni, per dirla con le parole del basket, tutte chiusa in “doppia doppia”: 10 gol e 17 assist lo scorso anno tra Premier e Champions League, 14 reti e 13 passaggi vincenti nella stagione precedente. Nell’annata 2016/2017 fece ancora meglio con 12 gol e 23 assist. L’unica stagione un po’ al di sotto la 2015/2016, con 8 reti a referto ma anche 16 assist.

Un dato clamoroso riguarda quindi le occasioni create. Dal suo sbarco al Tottenham nel 2013 ad oggi, il danese futuro sposo dell’Inter è il giocatore che ha creato il maggior numero di occasioni in Premier League, battendo giocatori del calibro di Hazard, de Bruyne e Salah.

La specialità della casa però sono i calci di punizione: in carriera ha segnato ben 14 volte da calcio di punizione diretto. Un fattore determinante per sbloccare partite complicate. Una lacuna pesante per l’Inter che da quasi due anni non segna su punizione. Non resta che aspettare ancora qualche ora.