Non ci sono più i cattivi di una volta: in un mondo del calcio sempre più social non c’è quasi più spazio non c’è quasi più spazio per i villains, i giocatori politicamente scorretti che per anni hanno animato i campi di tutto il mondo. L’Inghilterra in particolare è stata spesso scenario di grandi liti e gesti cattivi rimasti nella storia, anche a causa della presenza di giocatori che si dilettavano in entrate killer e grandi liti senza troppi scrupoli.
Chi sono i giocatori più cattivi della storia della Premier League?
Joey Barton

Il re di tutti i cattivi, l’agitatore per eccellenza. La nostra speciale classifica non poteva che cominciare con lui, considerato per antonomasia uno dei giocatori più violenti degli anni duemila. Infatti Barton non si limitava soltanto a seminare il panico in campo: dalla sigaretta spenta in faccia a un giocatore delle giovanili del Manchester City al pugno rifilato a Ousmane Dabo che gli è costato qualche mese di galera, il centrocampista inglese è stato sempre al centro dei fatti di cronaca del tempo per il suo comportamento particolarmente aggressivo. Uno degli episodi tristemente più noti della sua carriera avvenne durante una partita contro il Manchester City. Dopo aver rimediato un cartellino rosso per una gomitata a gioco fermo inflitta a Tevez, tirò una ginocchiata alle spalle di Aguero e tentò di dare una testata a Vincent Kompany, ottenendo in cambio be 12 giornate di squalifica.
Duncan Ferguson

Lo scozzese non è stato da meno. Nonostante sia stato uno degli idoli assoluti dei tifosi dell’Everton, anche il temperamento di Ferguson era abbastanza violento. Nel 1994 è stato il primo giocatore a finire in galera per un fallo, anche se l’episodio accadde al di fuori della Premier League, quando vestiva la maglia dei Rangers di Glasgow: l’Alta Corte di Edimburgo lo condannò a tre mesi di reclusione per una bruttissima testata ai danni di John McStay. Ma anche in Inghilterra non si è fatto mancare nulla, con le innumerevoli liti con tassisti, tifosi e addirittura un malcapitato pescatore.
Stuart Pearce

Basterebbe il soprannome Psycho per spiegare ogni cosa. L’ex difensore è stato rinominato così per via del suo sguardo poco rassicurante verso gli avversari che spesso diventavano vittime delle sue entrate killer. A differenza dei suoi colleghi però la cattiveria agonistica messa in campo non si è mai riversata anche nella vita privata.
Roy Keane

Carismatico, talentuoso e ammirato da Sir Alex Ferguson a tal punto da far passare in secondo piano il suo carattere non proprio tranquillo. L’ex centrocampista e stella del Manchester United è considerato uno dei 125 giocatori più forti ancora in vita, un riconoscimento pienamente meritato per tutto quello che ci ha regalato negli anni trascorsi in Premier League. Ma anche in questo caso la medaglia del talento ha una seconda faccia: in tutta la sua carriera ha preso 7 cartellini rossi, un numero quasi da record. Uno degli episodi cardine della sua vita calcistica riguarda un clamoroso litigio con Alf-Inge Håland. In una partita contro il Leeds, il norvegese gli spezzò i legamenti intimandolo poi a rialzarsi da terra, ma qualche anno più tardi Keane gli spezzò il ginocchio, quasi come a volergli ricambiare il favore.
Terry Butcher

Meglio noto come “il macellaio”. L’ex difensore inglese fa parte della cerchia dei giocatori talentuosi ma con la testa calda, una costante che lo ha accompagnato anche nelle esperienze scozzesi. Ma il soprannome deriva da un episodio specifico: una volta, durante un match tra la sua Inghilterra e la Svezia, si procurò un vistosissimo taglio sulla testa che lo portò a perdere molto sangue. Nonostante gli inviti ad uscire dal campo da parte del suo allenatore e dello staff medico, Butcher continuò a giocare e a colpire il pallone proprio con la testa, con conseguente spargimento di sangue degno dei più cruenti film splatter. Una scena decisamente per stomaci forti.
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