Era l’aprile del 2019 quando il Fulham venne dichiarato matematicamente retrocesso. Questa notizia sorprese un po tutto il mondo del calcio inglese: Come era possibile che è una squadra reduce da un mercato estivo da 112 milioni potesse retrocedere? Dopo la promozione nella massima serie inglese avvenuta tramite playoff nell’estate del 2018, il presidente Shahid Khan decise di investire in maniera importante sul mercato portando giocatori del calibro di Schurrle, campione del mondo con la Germania, il regista del Nizza Jean Michaël Seri e il 23enne Anguissa del Marsiglia. Dalle parti del Craven Cottage la stagione 2018-2019 è stata però da dimenticare sotto quasi tutti i punti di vista. La retrocessione è stata frutto non solo di acquisti sbagliati, ma anche di una sintonia tra allenatore e squadra mai veramente sbocciata. La stagione iniziò con la conferma di Jokanovic, autore della promozione nella massima serie, il quale non è mai riuscito ad imporre la propria idea di gioco in Premier League. Si sono poi susseguiti vanamente Ranieri e Scott Parker, quest’ultimo ex leggenda dei Cottagers nonché attuale allenatore.
Da questo breve riassunto possiamo trovare numerosi punti in comune con la stagione attuale dei Villans. Come i Cottagers, l’Aston Villa riuscì a tornare nel massimo campionato inglese vincendo la finale playoff contro il Derby County quasi 365 giorni dopo il Fulham. Fu proprio quella partita che convinse la dirigenza a mettere in atto una campagna acquisti faraonica in cui spesi circa 195 milioni. a differenza dei Londinesi, i Villans non acquistarono giocatori di caratura internazionale decidendo invece di puntare su volti meno noti, ma più funzionali al gioco di Dean Smith. Anche l’allenatore può rappresentare una differenza tra le due squadre: al Craven Cottage la dirigenza esonerò Jokanovic dopo un inizio deludente mentre la dirigenza dei Villans non ha mai fatto mancare il proprio supporto alla propria guida tecnica Smith.
Alla domanda se i Villans possano essere considerati come un Fulham bis rispondo dicendo che è parzialmente vero. La cosa che li accumuna è senza dubbio la spesa notevole per il rinforzamento della propria squadra che può portare ad una retrocessione inattesa. Un altro punto in comune può essere rappresentato dalla gestione dei propri giocatori migliori. Si ricorda la cessione di Sessegnon, gioiello proveniente dalle giovanili dei Cottagers, al Tottenham. Potrebbe capitare lo stesso destino a Grealish, capitano dei Villans, obiettivo della dirigenza del Manchester United. Si può però affermare che la gestione della “crisi” di risultati è stata diversa. Questo mio pensiero può essere testimoniato, tra le altre cose, anche dalla fiducia nutrita dalla dirigenza nei confronti di Dean Smith.
Zaina Alberto
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