La vera storia di Steven Gerrard: l’uomo di Liverpool entrato nella leggenda

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Steven Gerrard (©Getty Images)

La storia di Steven Gerrard è una storia recente che parla di una grandissima leggenda del calcio inglese strettamente legata alla città ed alla squadra di Liverpool. Infatti, è proprio a Liverpool che ha inizio la carriera di Steven Gerrard e da questa città non riuscirà mai a separarsi tanto da diventarne un uomo simbolo.

Un simbolo, una leggenda di questa città, proprio perché il calcio, e soprattutto quello inglese, è considerato da molti come un rito pagano dove gli stadi svolgono il ruolo delle cattedrali all’interno delle quali intere generazioni di tifosi hanno pianto, sofferto, gioito ed esultato. Le liturgie collettive del rito pagano del calcio hanno dato identità ad interi quartieri ed a comunità e le squadre di calcio rappresentano senza dubbio delle istituzioni in questa metafora religioso-calcistica. Non a caso, gli inglesi erano soliti chiamare gli stadi Church on Sunday, prima che le pay-tv prendessero il sopravvento nella programmazione degli incontri di campionato.

Tra i luoghi e gli spazi mistici di questi eventi sportivi ce n’è uno in particolare: il KOP, la curva del Liverpool creatrice di alcuni dei cori da stadio più belli molti dei quali dedicati proprio al mito, al calciatore Steven Gerrard.

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La storia di Steven Gerrard

Si potrebbe quasi dire che non vi è un vero e proprio inizio di carriera per Steven Gerrard dal momento che sembra che abbia iniziato a giocare a calcio nello stesso momento in cui ha iniziato a camminare.
Già all’età di 7 anni venne notato da un osservatore che decise di portarlo a giocare nei pulcini di una delle più prestigiose squadre inglesi: è qui che ha avuto inizio la storia di Steven Gerrard con il Liverpool. Un sogno per un bambino che è cresciuto in una famiglia di tifosi dei Reds.
La gioia di questo accadimento, però, verrà offuscata dalla tristezza di un evento che ha cambiato irrimediabilmente non solo il piccolo Steven ma anche tutto il calcio inglese ed internazionale.
Infatti, la sua vita è cambiata per sempre il 15 aprile del 1989, quando i suoi genitori hanno deciso di non acquistare il biglietto per la semifinale di FA Cup e lo hanno costretto a provare un’enorme invidia nei confronti del cuginetto Jon-Paul Gilhooley, al quale il suo pro-zio ha regalato una gita a Hillsborough, il sogno della sua vita, in occasione della partita del Liverpool contro il Nottingham Forrest.
Purtroppo, quella partita che rappresentava il sogno di un bambino di poter vedere da vicino i propri idoli si è trasformata in una tomba a cielo aperto con il piccolo Gilhooley rimasto schiacciato dai corpi dei suoi compagni di tifoseria. Una vera e propria strage che forse si sarebbe potuta evitare, soprattutto perché verificatasi dopo i drammatici fatti di Heysel.
Una vera e propria tragedia vista dagli occhi del piccolo Gerrard il quale viene a sapere che il cuginetto, che ha solo pochi mesi più di Steven, muore in quella circostanza. Si tratta di un evento che ha cambiato per sempre la vita di Gerrard.

Lo stesso Steven Gerrard nella sua biografia ha scritto una dedica per il proprio cuginetto scomparso: “Io gioco per Jon-Paul”.  Leggendo questo libro è anche possibile capire come, probabilmente, Steven Gerrard non sarebbe mai stato Steven Gerrard se non si fosse verificato questo infausto evento.

Di nuovo, è sempre Steven Gerrard nel suo libro ha dichiarare che nel momento in cui ha indossato la maglia della baby academy del Liverpool, ha sentito di non essere il solo a vestire quei colori ma che percepiva un altro piccolo cuoricino a battere vicino al suo.
Steven Gerrard è cresciuto nel Liverpool correndo, lanciando, contrastando e segnando.
L’intera Inghilterra ha iniziato a notarlo ed a parlare del piccolo talento di Liverpool. Il suo nome ed i gol di Steven Gerrard hanno iniziato a rimbalzare tra rive del Mersey e le periferie industriali di Manchester, ma il suo cuore ha sempre pulsato unicamente all’interno del proprio amato stadio, quello di Anfield dove Gérard Houllier lo ha seguito e cresciuto con particolare attenzione.

E l’intuito dell’allenatore non sembra aver sbagliato dal momento che il 29 novembre 1998 lo Steven Gerrard calciatore ha regalato a quelli che sarebbero da lì a poco diventati i propri tifosi i primi assaggi di un futuro radioso al KOP.

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Gerrard, una vita in “Reds”

Infatti, dopo un decennio passato ad indossare la maglia delle giovanili del Liverpool, è arrivato il giorno forse più importante della carriera di Steven Gerrard: l’esordio in prima squadra contro il Blackburn. Com’è ovvio, il giovane ragazzo è apparso subito visibilmente emozionato ed è sembrato quasi che non credesse a quello che sarebbe accaduto di lì poco, tanto che il suo allenatore Gérard Houllier ha deciso di dargli un piccolo colpetto dietro la testa quasi per riportarlo alla realtà ed ad incitarlo nell’importante momento del suo debutto. I capelli del giovane Steven Gerrard erano rossi quasi come la maglia che aveva dovuto affrettarsi a sistemare dentro i pantaloncini e sulla sua faccia si potevano notare dei piccoli brufoletti, segno della sua giovane età.

Nella sua prima stagione con il Liverpool Steven Gerrard è riuscito a collezionare una dozzina di presenze subentrando al capitano Jamie Redknapp, figlio dell’ex manager del Tottenham, e cugino di un altro ragazzo del quale si sentirà spesso parlare in futuro: Frank Lampard.
Come ha precisato anche all’interno del suo libro Steven Gerrard ha disputato l’annata 1999/00 giocando come mediano davanti alla difesa affiancato dal più esperto Redknapp, dal quale ha cercato di cogliere quanti più segreti possibili. In quella stessa annata è arrivato anche il primo gol di Steven Gerrard con la maglia del Liverpool realizzato in una sfida di campionato contro lo Sheffield Wednesday. Sulla trequarti di campo ha ricevuto il pallone da Rigobert Song ed ha superato in velocità due difensori avversari trovandosi davanti al portiere. A questo punto non ha potuto fare altro che calciare e piazzare il pallone nell’angolino più lontano nell’euforia generale.
Si è trattato di un gol fantastico per Steven Gerrard il quale ha rappresentato senza dubbio un ottimo biglietto da visita per una carriera strepitosa.

Con l’arrivo del nuovo millennio sono iniziati ad arrivare  anche le prime conquiste ed i primi trofei che hanno costellato la biografia di Steven Gerrard. Il Liverpool è riuscito a conquistare FA Cup, la Coppa di Lega e la Coppa UEFA, per la quale ha dovuto faticare non poco dal momento che è partita addirittura dai preliminari. Uno storico “Treble” per il Liverpool che ha visto consegnare il premio come miglior giovane europeo dell’anno proprio a Gerrard.
Nell’anno successivo il Liverpool è riuscito a conquistare il secondo posto in Premier League, lasciando la vittoria all’Arsenal di Wenger mentre il cammino europeo è stato interrotto dal Bayer Leverkusen di Ballack e Berbatov.
Nell’anno seguente, poi, il Liverpool ha finito per piazzarsi addirittura quinto in campionato restando fuori dalla Champions League. Non solo, persino in Coppa UEFA i Reds non sono riusciti a brillare finendo eliminati dal Celtic ai quarti di finale.

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Sarà il 2003 l’anno nel quale cambierà per sempre la carriera dello Steven Gerrard calciatore. E’ stato proprio per volere di Houllier, ormai in scadenza di contratto, che a Gerrard viene concessa la fascia di capitano elogiando le sue doti di leadership e l’applicazione mostrata in tutte le sue apparizioni.
Purtroppo, però, la stagione 2003/04 è stata forse la più deludente di tutta la biografia di Steven Gerrard e del Liverpool: in Premier League la squadra è arrivata al quarto posto, lasciando strada all’Arsenal di Wenger, ed è uscita presto dalle varie competizioni alle quali ha partecipato.

Con una stagione così tragica, Houllier ha lasciato il Liverpool ed al suo posto è arrivato un allenatore spagnolo che ha da poco conquistato sia la Liga che la Coppa UEFA con il Valencia: si tratta di Rafael Benítez. Ed è stato proprio Benitez a fare di tutto per convincere Gerrard a restare ad Anfield invitandolo a non ascoltare le pericolose sirene del Chelsea di Abramovich.
Ed è proprio con l’arrivo del tecnico spagnolo che ha inizio un nuovo ed intenso capitolo nel libro della vita di Steven Gerrard: la stagione 2004/05, probabilmente la più intensa per lo Steven Gerrard calciatore e capitano, ma anche per tutta la tifoseria del Liverpool.

Una stagione che non è iniziato affatto bene per Gerrard dal momento che si trova subito costretto ad un lungo stop a causa di un infortunio avvenuto all’inizio di settembre nel corso di una sfida contro il Manchester United. Un infortunio che lo ha tenuto fuori dal terreno di gioco per molto tempo: fino all’ultima partita del girone di Champions, un incontro decisivo per il Liverpool che ha ospitato l’Olympiakos per decidere la qualificazione.

Serviva una vittoria con due gol di scarto per poter passare il turno ma, appena dopo un quarto d’ora di gioco, la squadra greca è riuscita a passare in vantaggio grazie ad una punizione di Rivaldo. Terminato il primo tempo le squadre sono andate negli spogliatoi con la consapevolezza che la squadra greca aveva già un piede agli ottavi di finale.
Ma al rientro in campo tutto è cambiato: dopo appena pochi minuti Luis Garcia ha regalato  ai Reds la rete dell’1-1, facendo sperare e sognare i propri tifosi. A 10 minuti dal fischio finale è stato Neil Mellor, su una respinta del portiere, a regalare ai tifosi la rete del 2-1: sarà la sua unica rete messa a segno con la maglia del Liverpool.
A questo punto mancava ormai davvero poco alla conclusione dell’incontro e serviva un vero e proprio miracolo. Anfield ci credeva e continuava a cantare ed ad incitare i propri beniamini. Ed è stato proprio su questo sfondo che Carragher è entrato nell’area di rigore avversaria ed ha crossato come ha potuto verso la testa di Mellor il quale ha indirizzato la sfera all’indietro verso Gerrard. Per un attimo tutto lo stadio è rimasto con il fiato sospeso, fino a quando il capitano dei Reds ha sganciato una potente cannonata insaccando il pallone all’incrocio dei pali. Il Liverpool è riuscito così a qualificarsi alla fase successiva del torneo e lo Steven Gerrard calciatore ha messo a segno uno dei gol più importanti della sua carriera che ha rappresentato quasi un riscatto in seguito al ritorno in campo dopo l’infortunio.
Lo stadio ha iniziato a reclamare a gran voce il Pallone d’oro per Steven Gerrard il quale si è lasciato andare ad una calorosa esultanza non riuscendo più a trattenere le emozioni e facendosi trascinare dal proprio pubblico in una celebrazione ricca di gioia.

 

La magica notte di Instanbul 2005

Il percorso in Champions League è quindi proseguito verso gli ottavi di finale nel corso dei quali i Reds hanno portato a casa la vittoria contro il Bayern Leverkusen, vendicando l’eliminazione del 2001, e conquistando anche la vittoria nei quarti ai danni della Juventus.
In semifinale, poi, il Liverpool si è trovato a dover affrontare un’altra squadra inglese: il Chelsea di José Mourinho contro il quale è riuscito a passare il turno qualificandosi per la finale in Turchia contro il Milan.

All’Ataturk di Istanbul è andata in scena la finale di Champions League tra Liverpool e Milan che è stata in grado di far sognare il Pallone d’oro a Steven Gerrard. Infatti, quello che è successo nel corso di quell’incontro è ancora un mistero: non c’è una spiegazione logica e razionale per quanto è accaduto nel corso di quella partita, quella sera. E probabilmente non ci sarà mai.

Nel corso del primo tempo il Milan ha letteralmente travolto il Liverpool portandosi sul risultato del 3-0 e realizzando il miglior primo tempo nella storia del ventunesimo secolo. Un punteggio che ha lasciato ben poche speranze ai tifosi inglesi i quali, però, hanno continuano ad incitare la propria squadra ed a supportarla anche quando questa stava raggiungendo gli spogliatoi. Ed è stato proprio sentendo queste fragorose grida di incitazione che i Reds si sono fatti forza e sono scesi in campo nella seconda frazione di gioco più agguerriti e determinati che mai.
Il primo a non arrendersi è stato proprio Steven Gerrard il quale su calcio d’angolo è riuscito a saltare più alto di tutti, persino sopra Dida, riuscendo a mettere in rete il gol del 3-1. Ed è proprio da questa rete che ha avuto inizio una delle più incredibili rimonte della storia del calcio moderno.
I Reds sono riusciti ad accorciare le distanze e poi a pareggiare grazie alle reti di Smincer ed Alonso evitando il tracollo e cercando di giocarsela ai calci di rigore i quali sono stati poi vinti dal Liverpool che è tornata sul tetto d’Europa dopo ben trentun anni d’assenza ed una partita straordinaria.

Una partita ed una stagione che avrebbero dovuto assegnare il Pallone d’oro a Steven Gerrard dal momento che lo avrebbe certamente meritato Paolo Maldini se il Milan avesse conquistato la Champions League, ma così non è andata. Secondo la logica del calcio, quindi, il Pallone d’oro era di Steven Gerrard ma così non fu. Non solo, il capitano dei Reds scivolò addirittura terzo dietro al vittorioso Ronaldinho ed al connazionale Frank Lampard.

Nonostante nella sua carriera, purtroppo, non abbia mai conquistato il Pallone d’oro Steven Gerrard ha comunque portato a casa numerosi trofei: 2 Coppa d’Inghilterra, 3 Coppa di Lega inglese, 2 Community Shield, 1 UEFA Champions League, 1 Coppa UEFA, 2 Supercoppa UEFA, ma anche importanti trofei a livello personale come, ad esempio, il premio come Miglior giocatore nella finale di Champions League 2004/2005 ed il UEFA Club Footballer of the Year nello stesso anno.
Tutti trofei che hanno coronato una carriera strepitosa, fatta di alti e bassi, di picchi di gioia e di momenti drammatici, proprio come quello scivolone di Steven Gerrard nella sua ultima partita ad Anfield.

Lo scivolone nell’ultima partita

Facciamo un salto temporale in avanti fino ad arrivare al 27 aprile del 2014, terz’ultima giornata di quel campionato di Premier League ed atto decisivo per quanto riguarda l’assegnazione del titolo. Un giorno impresso nella memoria dei tifosi dei Reds dal momento che con quello scivolone di Steven Gerrard hanno capito che non era destino che il Liverpool potesse portare quel trofeo nella propria bacheca.

Nel corso di questa importante partita, Gerrard ha ricevuto un pallone facile che avrebbe dovuto gestire con la sua solita abilità e sagacia: ciò che non è accaduto. Il capitano del Liverpool è scivolato in maniera vistosa e goffa e questo scivolone di Steven Gerrard ha finito con l’essere la chiusa non proprio perfetta di una splendida carriera.

Ed è stato ancora più simbolico ed emblematico il fatto che lo scivolone di Steven Gerrard sia avvenuto proprio su quel terreno di gioco che ha cavalcato per anni, per decenni e del quale egli stesso conosce perfettamente ogni singola zolla.
Avrebbe potuto evitare senza dubbio questa conclusione, invece lo scivolone di Steven Gerrard è diventato uno dei meme più virali rimbalzando ovunque sul web.
Con questo gesto, il pallone è finito tra i piedi di Demba Ba il quale si è diretto verso la porta dei Reds realizzando la rete dell’1-0 che ha condannato il Liverpool all’ennesima delusione sul suolo nazionale.

In quello stesso istante è caduto un silenzio tombale sopra Anfield: un silenzio che è apparso come di rispettoso decoro nei confronti del proprio capitano che ha fallito uno dei momenti più importanti e decisivi della storia del Liverpool. Gerrard è rimasto a terra, attonito: si è girato di lato facendo in modo che il suo storico numero 8 cambiasse improvvisamente aspetto lasciando il posto al simbolo dell’infinito. Proprio come infinita è stata la stima dei tifosi nei confronti di Steven Gerrard, ultima importante ed indimenticabile bandiera del calcio inglese. Colui che ha sempre preferito giocare per la squadra che ha sempre amato e sostenuto fin da bambino.

E, in fin dei conti, come si potrebbe mai rimproverare un errore ad un giocatore del suo livello che ha dato tutto alla squadra, consacrando la propria carriera unicamente al Liverpool? Come si può sgridare un figlio di Liverpool come Steven Gerrard?

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