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Il football sembra aver vinto, visto che diversi club sembrano essersi tirati indietro dalla formazione della Superlega. Rimarrà tutto così?

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Come un fulmine a ciel sereno, in una domenica di aprile, è stata comunicata l’imminente creazione di una Superlega che cambierebbe per sempre il gioco del calcio. Oggi, in un martedì di aprile, un arcobaleno potrebbe comunicarci esattamente il contrario. La Superlega potrebbe non formarsi più, visto che diversi club si starebbero ritirando.

Cosa sta effettivamente accadendo. La Superlega è a rischio?

Nell’immediatezza del pre-partita di Stamford Bridge, dove il Chelsea affronta il Brighton nella 33esima giornata di Premier League, i tifosi dei Blues si sono fatti sentire nei confronti della proprietà. Anche per loro, così come per tutti gli altri gruppi di tifosi degli altri cinque club della Premier League coinvolti, l’idea che il loro amato club partecipasse ad un campionato europeo elitario per puro scopo economico proprio non andava giù.

E così, mentre anche diversi giocatori si sono espressi in maniera contraria all’idea, più di un club della Premier ha pensato di sondare il terreno per tirarsi fuori dalla contesa. Mentre scriviamo, Chelsea e Manchester City si sono attivate per rinunciare all’idea di fondare una Superlega (i Citizens hanno ufficialmente abbandonato). Al tempo stesso, Ed Woodward, presidente del Manchester United, ha appena annunciato le sue dimissioni a partire da questa estate, mentre i giocatori del Liverpool hanno tutti postato la stessa immagina sui social. Non si sa ancora nulla riguardo Arsenal e Tottenham. Sembra improbabile però che anche questi due club, a questo punto, rimangano in gioco.

Secondo diversi report, i 12 club coinvolti si incontreranno stasera per decidere le sorti della – ad oggi mai ufficialmente nata – creazione.

La bocciatura della Superlega è la vittoria dei tifosi e del football?

A differenza di quanto accaduto in Italia, dove la news riguardo la formazione della Superlega è passata come una normale notizia, in Inghilterra si è assistito ad una vera e propria mobilitazione. Ex calciatori – a cominciare da Neville e Carragher – allenatori, giocatori, ma soprattutto tifosi, hanno espresso tutto il loro disappunto per questo ipotetico scenario. C’è stata una vera e propria mobilitazione, qualcosa che non si è minimamente visto negli altri paesi coinvolti.

Dopo gli accorati appelli di Neville e Carragher, seguiti da quelli di altre leggende come Danny Murphy e Rio Ferdinand, è stato il momento dei tifosi. Ieri gli stessi tifosi del Liverpool avevano affisso fuori da Anfield degli striscioni di protesta, poi si erano presentati di fronte Elland Road, a Leeds (100 km da Liverpool), per protestare contro il pullman della loro stessa squadra. Oggi stessa sorte è toccata al Chelsea, che si è ritrovato i propri tifosi fuori da Stamford Bridge a esprimere tutto il loro disappunto. Addirittura è intervenuto Petr Cech, leggenda assoluta e oggi ambasciatore del club, per calmare la tifoserie. Anche i supporter di Manchester City e Tottenham si sono fatti sentire.

Alla fine lo scopo sembra essere raggiunto, per ora. L’eventuale, e a questo punto più che probabile, abbandono del progetto potrebbe far addirittura scappare via dall’Inghilterra i proprietari delle squadre coinvolte. In particolare quelli di Liverpool e Manchester United. Staremo a vedere, quel che è certo è che si è creata per i sei club una frattura insanabile tra proprietà da un lato, e giocatori, tifosi e opinionisti dall’altra. Rimanete con noi su passionepremier.com!

di Daniele Calamia

 

Daniele Calamia