di Simone Dell’Uomo
Ufficialmente partito il countdown. Meno 7, 7 giorni al ritorno in campo del Tottenham Hotspur. Per i ragazzi di Mourinho subito un dentro o fuori determinante, per riallacciare il discorso Champions con una stagione che a febbraio sembrava ormai disperata, destinata ad un decimo posto che pian piano diveniva sempre più meno utopia. Invece quel dramma mondiale chiamato Covid ha restituito a Josè tutti i suoi giocatori migliori, da Kane a Son, passando soprattutto per un elemento determinante in mediana, quel Moussa Sissoko che da solo, per anni, ha dimostrato di sapere regge per ritmo, cattiveria agonistica e intensità gran parte del centrocampo degli Spurs. E allora, vista una classifica comunque ancora simil Pangea (passatemi metafora preistorica), la speranza di riacciuffare latitudini Top 4, sul più bello, ci sono, eccome. Anche perchè se il ricorso del Manchester City non dovesse andare a buon fine basterebbe pragmaticamente anche il quinto posto per qualificarsi alla prossima Champions League.
ALLI OUT La notizia di ieri che ha fatto decisamente il giro delle testate d’ogni dove europee è la squalifica di Alli. Sembra quasi che la FA abbia deciso d’aspettare la settimana precedente all’inizio della stagione per punire il ragazzo che su Snapchat, noto social per adolescenti, prese sarcasticamente di mira una signora orientale deridendo di fatto il Coronavirus. Il diffondersi del Covid, in pieno febbraio, prima che la pandemia prendesse piede a tutti gli effetti e colpisse vite su vite in tutto il continente. Una ragazzata, certamente prodotta da un ragazzo che ha dimostrato di esser tutt’altro che un fisico nucleare o maestro d’intelligenza di vita, in tanti suoi accadimenti durante la sua carriera. Punire il calciatore con ammenda economica e corso di sensibilità esterno al rettangolo di gioco è stato giustissimo, punire il club con una giornata di squalifica per uno dei suoi migliori elementi in casa Spurs è sembrato invece una sentenza beffarda, ingiusta, tutt’altro che fair, proprio adesso, per un fatto risalente a 4 mesi fa. Ripetiamo, 4 mesi fa.
COME UNA FINALE Così tra un’amichevole col Norwich e una col Brentford il Tottenham di Mourinho prepara dietro le quinte un ritorno.. dietro le quinte. Già, perchè si giocherà a porte chiuse. Col Man United, diretta concorrente da battere al pronti via, prima che sia troppo tardi. Mourinho ha chiuso gli occhi e come per magia s’è trovato a giugno con tutti a disposizione, come nei suoi sogni proclamati a febbraio. Adesso non ha veramente più alibi, anche perchè come se non bastasse ha avuto quel mese di tempo per preparare e plasmare le sue idee ai nuovi Spurs. In caso di successo esterno dei diavoli rossi la stagione potrebbe definirsi già archiviata, per ovvi motivi. Spurs già fuori da tutti, un quarto posto a cui restare aggrappati disperatamente e magari, adesso con tutti a disposizione, puntare forte in extremis. Se il Man United dovesse uscire corsaro dal Tottenham Hotspur Stadium, il margine chiaramente sarebbe troppo ampio da recuperare, soprattutto per tutto ciò che conseguirebbe a livello mentale da una sconfitta in uno scontro diretto. In caso di successo degli Spurs, invece, Jose si ritroverebbe ad una manciata di punti dal quarto/quinto posto, il vero e proprio obiettivo stagionale cronico delle stagioni del Tottenham. Il futuro è adesso, insomma. Il futuro è tra sette giorni esatti.
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