Come stanno andando gli allenatori subentrati

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L’allenatore ricopre una figura importante nel mondo del calcio, spesso viene sottovalutato e bersagliato dalle critiche provenienti dalla stampa o dai propri tifosi. Per questo motivo si tratta di un ruolo alquanto complicato poiché in un lasso di tempo veramente limitato, il tecnico deve essere già più che preparato e sforzarsi di conoscere e interagire con il gruppo il prima possibile, inoltre deve svolgere numerosi compiti quali quelli di tattico, educatore e comunicatore. L’allenatore deve saper ascoltare e lavorare molto sulla componente psicologica per favorire la massima espressione delle capacità di ogni calciatore. In alcuni casi purtroppo tutto ciò non si verifica e le società sono costrette ad un cambio in panchina con l’obbiettivo di ingaggiare un vero traghettatore che sia capace di creare un gruppo solido e vincente.

In questo articolo vedremo proprio come se la stanno cavando gli allenatori subentrati a Premier League in corso:

1.NIGEL PEARSON, WATFORD: L’8 dicembre accettò l’incarico degli Hornets che avevano iniziato la stagione con Javi Garcia alla guida, allenatore spagnolo subentrato la stagione precedente e reduce dal traguardo della storica finale di FA Cup raggiunta. La partenza in campionato è pessima e dopo cinque partite viene sostituito dal connazionale Quique Flores, già tecnico dei gialloneri nella stagione 2015/2016 con i quali ottenne una salvezza tranquilla. L’inizio sembra promettere bene ma è solo un’illusione; in due mesi gli unici tre punti conquistati sono sul campo del Norwich, pareggi e altrettante sconfitte, una su tutte l’8-0 all’Etihad Stadium contro il Manchester City lo accompagnano sempre più verso un destino già segnato. Ennesimo esonero e squadra allo sbando che sotto la guida provvisoria di Hayden Mullins, attuale tecnico della primavera, rimedia un solo punto in tre partite. L’ultima posizione in classifica non lascia presagire nulla di buono ma Nigel Pearson ha portato una ventata di aria fresca nello spogliatoio, i giocatori sembrano rivitalizzati e dopo la pronosticabile sconfitta sul campo dei Reds, il Watford fa del Vicarage Road la sua fortezza surclassando il Manchester United e l’Aston Villa. La salvezza ora è diventata realtà; con Nigel Pearson gli Hornets hanno ritrovato la via del goal e la difesa, passata a 4, incassa molto meno. Il tecnico inglese sembra aver trovato nel veterano Troy Deeney, il suo incubo ai tempi dell’esperienza sulla panchina del Leicester, il suo trascinatore. 

  1. JOSE’ MOURINHO, TOTTENHAM: Un cambio inaspettato ad inizio stagione, arriva il 19 novembre; in casa Spurs si erano create aspettative enormi dopo gli innumerevoli successi ottenuti dal coach Mauricio Pochettino e per questo motivo, dopo cinque anni, al suo primo passo falso ne ha pagato le conseguenze. Il suo esonero è stato criticato da molti tifosi che gli saranno sempre riconoscenti ma la squadra aveva iniziato a fornire prestazioni sottotono e il cambio con un allenatore di livello come José Mourinho è risultato inevitabile. Il coach portoghese sta provando a risalire la china, nonostante le diverse difficoltà incontrate lungo il suo percorso. I risultati sono per lo più altalenanti ma dei miglioramenti si cominciano a percepire; un’inizio strabiliante contornato da tre vittorie consecutive ha lasciato spazio ad alcuni stop arrivati principalmente contro squadre che occupano zone nobili della classifica. Nulla è perduto, visti i passi in avanti che si sono visti a conferma della sesta posizione attuale che dista il Tottenham a sole cinque lunghezze dalla zona Champions, competizione che Mourinho tenterà di vincere, superando così il traguardo detenuto dal suo predecessore. Una nota positiva è la presenza in campo di Ryan Sessegnon, il giovane esterno classe 2000 ha convinto l’ex Inter che lo ha rilanciato dopo l’infortunio che lo ha tenuto ai box per quasi tre mesi.                                                                                                                    
  2. MIKEL ARTETA, ARSENAL: La compagine che ha deluso di più fino a questo momento è sicuramente l’Arsenal che momentaneamente galleggia a metà classifica e ha subito due cambi in panchina: Unai Emery lasciò l’Emirates alla fine di novembre dopo la sconfitta casalinga contro il Francoforte in Europa League, Fredrik Ljungberg collezionò cinque punti in cinque match, motivo per il quale la società ha guadato altrove rivolgendosi a Mikel Arteta, ex Gunners dal passato glorioso. Esordisce a Bournemouth dove trova solo un pareggio mentre la buona prestazione nel derby londinese contro il Chelsea viene macchiata da due goal concessi nel finale. Il gruppo sembra aver ritrovato quella forza mancata negli ultimi mesi e con il duro lavoro potrebbe ritornare alla vittoria ben presto grazie all’aiuto di Pierre-Emerick Aubameyang che sembra non percepire la pressione grazie alle due reti messe a segno proprio con l’approdo dello spagnolo.
  3. CARLO ANCELOTTI, EVERTON: Da quando Marco Silva non è più l’allenatore, i Toffees non hanno mai perso in Premier League. Ad inizio dicembre Duncan Ferguson rimette le cose in ordine e spiana la strada per l’arrivo di Carlo Ancelotti, un allenatore di esperienza adatto al calcio inglese; lo dimostrano i successi con il Chelsea e le due vittorie consecutive ottenute contro Burnley e Newcastle. I tifosi sono al settimo cielo e hanno già dedicato un coro al tecnico italiano che ha il compito di proseguire questa striscia positiva affrontando il 2020 da imbattuto. Sotto la sua guida si sono rivelate sorprendenti le prestazioni di Calvert-Lewin e Djibril Sidibe, terzino destro francese decisivo sia in fase difensiva che in quella offensiva.
  4. DAVID MOYES, WEST HAM: La sconfitta rimediata lo scorso 28 dicembre nella gara casalinga contro la corazzata Leicester ha condannato Manuel Pellegrini, al suo posto arriva David Moyes che proverà a superare se stesso cercando di imporre il suo gioco e le sue idee che non lo avevano premiato due anni fa nella sua parentesi con gli Hammers. Il suo arduo compito è quello di ottenere la permanenza in Premier League, al momento infatti la classifica condanna, seppur di un misero punto, il West Ham alla retrocessione.                                                                                              Luca Marcat