Tra le tante tradizioni che rendono il calcio inglese affascinante, è doveroso ricordare quella tramandata di generazione in generazione dei match programmes, la loro vendita accompagna da più di un secolo la ritualità del pre-partita. Il matchday programme è un’usanza che esiste da sempre nel mondo dello sport britannico e nasce come strumento al servizio dello spettatore che poteva così avere maggiori informazioni sull’evento a cui stava per assistere e sugli impegni futuri del proprio club, scoprendo inoltre classifiche e nomi dei giocatori titolari di entrambe le squadre. Queste piccole riviste vendute fuori dallo stadio includono numerose notizie messe in risalto da una grafica coinvolgente; sono presto diventate un souvenir e il collezionarli oltremanica è un hobby che accomuna tanti appassionati. I primi esemplari risalgono alla fine del XIX secolo, erano poveri di contenuto, di minore dimensione ed erano costituiti da un massimo di due fogli, uno dei primi club che iniziò a distribuirli regolarmente fu l’Everton nel 1880 seguito dall’Aston Villa e a ruota dagli altri; oggi infatti ogni club della Football League deve produrre un programma obbligatorio anche se in molti sperano in una revisione delle norme, non riuscendo più a giustificare gli elevati costi di produzione con le vendite; a riguardo si è espresso il presidente del Notts County, che milita in League Two, confermando come tali libretti non vengono più comprati e fanno parte di un’arte in declino.
Anni fa venivano invece considerati un simbolo di ricchezza, dato che la working class si presentava spesso con i soldi contati per il biglietto della partita e non poteva permettersi tale privilegio, un amore quello per i vecchi match programmes appartenente ad un calcio di altri tempi, in un’epoca in cui non ci si accontentava di consumare la solita pinta al pub ma di tornare a casa con veri e propri cimeli della propria squadra preferita.
Il fascino di questi fascicoletti, impreziositi da foto, statistiche, copertine ispirate ai fumetti, pubblicità e colori vivaci, ha spopolato e ha raggiunto il suo momento clou negli anni ’70, con l’avvento di internet sono al giorno d’oggi in fase calante e hanno perso la propria funzionalità, chiunque oramai può navigare sul web trovando tutte le news che desidera ma si continuerà per il momento a mantenere viva questa tradizione, c’è chi lo fa per aiutare la società mentre chi ne accumula a bizzeffe. Iconica è la storia di un ex poliziotto inglese di 55 anni che possiede mezzo milione di queste riviste che si trovano sparse in ogni angolo della sua casa fino a sommergerla; la sua da passione si è trasformata in ossessione ma ci tiene a precisare quanto ci tenga a tale collezione tant’è che non venderebbe nessun pezzo a nessun costo; tra i suoi programmes più ricercati troviamo quello della finale del Mondiale del 1966, vinta dai Three Lions.
Tra i più rari vi sono quelli degli anni ’20’ e ’30, i contendenti hanno dovuti fare i conti con cifre stratosferiche e farsi largo tra aste esagerate: generalmente alcuni raggiungono anche le 1000£ ma siamo andati ben oltre le aspettative qualche decennio fa quando è stato venduto alla modica cifra di 35250£ il primo programma relativo alla Fa Cup, che raccoglieva informazioni riguardo la finale di questo trofeo disputatasi nel 1882 tra Blackburn Rovers e Berkshire’s Old Etonians, vinta da questi ultimi per 0-1. L’edizione della finale del 1924 costò invece 4000£, gran parte di queste piccole riviste andarono perse perché vennero utilizzate dai tifosi per coprirsi dalla pioggia torrenziale che scese quel giorno.
Match Programme di West Ham Vs Manchester City, 23 Gennaio 2016, ultima stagione degli Hammers ad Upton Park.
Probabilmente assisteremo per ovvi motivi e come già detto precedentemente alla fine dei matchday programmes, oggetti che non smetteranno mai di popolare le case di milioni di collezionisti e nostalgici di un calcio che non esiste più.
Luca Marcat
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