PREVIEW Liverpool-Manchester United: 30 miglia di storie e confronti

Liverpool e Manchester United si affrontano nell'ennesimo derby della loro storia. Una rivalità antica che affonda le radici nel rapporto fra le due città

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tabellino liverpool-man utd 2-0

Ci sono così tante storie da poter raccontare su una rivalità che poggia le sue basi in tempi remoti, lontani dal tempo in cui ognuno di noi ha imparato ad apprezzare il football. Liverpool e Manchester United non si scontrano solamente sul campo da gioco: le città da cui provengono portano il vessillo di una rivalità, quella tra scouser mancunians, che è come una matassa impossibile da sbrogliare. Troppo diverse come città, troppo diverse come squadre, eppure dominanti. Liverpool e Manchester sono, per alcuni versi anche più di Londra, le due città simbolo del calcio britannico. Ed è incredibile pensare che due città e due squadre così diverse si trovino solamente a 30 miglia di distanza l’una dall’altra.

Vediamo da dove nasce la rivalità tra Liverpool e United e cosa la caratterizza.

Da dove nasce la rivalità?

Si dice che la rivalità nasca intorno agli anni ’90 del XIX secolo, in piena seconda rivoluzione industriale. L’Inghilterra fu leader nelle innovazioni sia nella prima che nella seconda rivoluzione, e le città più grandi arrivarono presto ad un punto di non ritorno: un’espansione delle proprie aree urbane e commerciali senza precedenti. Il tutto favorito dallo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto: navi sempre più grandi e, soprattutto, il treno.

Il canale che dall’estuario del Mersey va verso Manchester

La città di Manchester, la più importante in tutto il Regno per la lavorazione del cotone, mal sopportava in quegli anni di doversi affidare necessariamente al Porto di Liverpool per far sbarcare le navi che arrivavano cariche di merci dirette verso l’entroterra. La ragione è molto semplice: nel Merseyside non esitavano a proporre tariffe esorbitanti. Così la soluzione fu trovata intorno al 1894, con la costruzione del Porto di Manchester (oggi in disuso), distante solamente 6 km dal porto della città rivale e raggiungibile tramite un canale che, partendo dall’estuario del Mersey, fungesse da bypass nei confronti della città di Liverpool.

Da qui l’inizio della rivalità.

Ma c’è chi addirittura sulla linea del tempo si sposta ancora più indietro. L’eterno scontro fra il mare e l’entroterra sarebbe per alcuni la vera ragione, molto più importante dell’episodio del 1894. Liverpool, città di mare che ha costruito la sua fortuna sul commercio marittimo, e Manchester, città più interna famosa per la sua industria manifatturiera. Il passo è breve: i mercanti liverpuliani troppo chic per gli avversari, viceversa i mancuniani troppo sporchi per i rivali.

Rivalità che si è acuita negli anni anche in ambito socio-economico: ci riferiamo alla profonda crisi attraversata da Liverpool nel secondo dopoguerra, con picchi record di disoccupazione raggiunti negli anni ’70 e ’80, proprio mentre le due squadre ottenevano i risultati migliori nella loro storia. Questo ha portato per anni molti scouser a cercare lavoro nella zona di Manchester, con la crisi che rientrerà solamente in tempi più recenti grazie all’intera riqualificazione della zona portuale di Liverpool e lo sviluppo di molte aziende legate al settore terziario.

La zona portuale di Liverpool come si presenta oggi

L’accento poi: trovare uno scouser a cui piaccia l’accento dei mancunian è come cercare un ago in un pagliaio e viceversa. Incredibile da immaginare, considerando che due città distanti 50 km scarsi hanno accenti che i propri abitanti considerano così diversi.

Così diverse eppure così legate

Liverpool e Manchester, per diverse ragioni, sono spesso legate a doppio filo l’una all’altra. O perché si trovano agli opposti estremi su uno stesso tema, o perché condividono irrimediabilmente alcuni aspetti, come è lecito aspettarsi da due città così vicine.

Il colore rosso ad esempio.

Le casacche del Liverpool sono sempre state rosse: i Reds li chiamano. Ma anche quelle dello United sono dello stesso colore: da qui i Red Devils. Un colore che rimanda direttamente alla grande tradizione laburista delle due città. Un colore che, per rimarcare un aspetto che oggi più che mai unisce politicamente le due città, è quello del partito di cui Andy Burnham è esponente di primo piano: il Labour Party. Burnham da quasi tre anni è Mayor della Greater Manchester. C’è un dettaglio però: Burnham è di Aintree, zona a nord di Liverpool famosa per l’ippodromo e per il circuito automobilistico che nei decenni passati ha ospitato alcune edizioni del Gran Premio di Gran Bretagna di F1.

La diversità invece spicca nel rapporto che i due poli del nord-ovest hanno con l’appartenenza all’Inghilterra e alla nazionale inglese. Manchester ha dato negli anni diversi campioni alla nazionale dei Tre Leoni e, più in generale, non vive un cattivo rapporto con la nazionale. Liverpool invece, nonostante abbia anch’ella portato in nazionale alcuni fenomeni del pallone, vive in un mondo tutto suo: «we’re not English, we’re scousers», ripetono solitamente nel Merseyside. E anche la tragedia di Hillsborough ha unito Liverpool ed Everton nel corso degli anni contro un’opinione pubblica pesantemente condizionata per anni dalla campagna diffamatoria del Sun.

Anche in ambito musicale, e non potrebbe essere altrimenti, le due città sono arcirivali. In una recente sfida tra Manchester e Liverpool condotta da Gary Neville e Jamie Carragher, opinionisti di Sky Sports, sono emersi diversi punti di contrasto che i due, nati nelle rispettive città, hanno voluto sottolineare. Neville ha rimarcato la quantità di band importanti nate a Manchester: Joy Division (poi New Order), Verve, Simply Red e soprattutto Oasis. Carragher dall’altro lato ha posto l’accento sul fatto che la più grande band di tutti i tempi sia nata a Liverpool: i Beatles.

Oltre a loro, altri artisti molto conosciuti sono Cilla Black, Gerry and the Pacemakers (quelli di You’ll Never Walk Alone), Frankie Goes to Hollywood e i La’s, che con la loro There She Goes del 1990 hanno dato il primo impulso al britpop che negli anni successivi gli Oasis faranno conoscere al mondo.

I Beatles durante Magical Mystery Tour nel 1967

La parola al campo

Al di là dell’aspetto relazionale fra le due città e la nazionale, è incredibile pensare a quanto poco abbia vinto la nazionale considerando i successi delle due squadre soprattutto in campo internazionale. 3 European Cup per lo United, 6 per il Liverpool. Campioni come Bobby Charlton, Emlyn Hughes, Kevin Keegan, Paul Scholes, Steven Gerrard e Wayne Rooney. Eppure solo 1 Coppa del Mondo vinta ormai nel lontano 1966. Anche gli incroci europei delle due squadre sono praticamente inesistenti. Un solo doppio confronto, l’Europa League del 2016 negli ottavi di finale. Vittoria Liverpool ad Anfield con rigore di Sturridge e tap-in di Firmino, pareggio per 1-1 ad Old Trafford che condanna i Red Devils all’eliminazione.

Come non menzionare i grandi scontri nelle competizioni nazionali. La finale FA Cup 1977 per esempio: lo United batte a Wembley un Liverpool con la testa alla prima finale di Coppa dei Campioni della propria storia, da giocare quattro giorni dopo. Per non parlare del 2009, anno in cui le due squadre si danno battaglia fino all’ultima giornata di Premier. A marzo, in piena corsa al titolo, Old Trafford ospita le due squadre nella partita che potrebbe chiudere i conti. United in vantaggio con un grande rigore di Cristiano Ronaldo, poi accade l’impensabile.

Su un’indecisione di Vidic (poi espulso in quella partita) si avventa Torres che batte van Der Sar per portare il Liverpool in parità. El Nino corre verso la bandierina del corner esultando con la mano aperta verso i rivali. Indica le cinque Coppe dei Campioni vinte fino a quel momento dai Reds.

L’espulsione di Nemanja Vidic nel confronto del 2009

Da lì in poi una tempesta si abbatte sul Manchester United: Gerrard, Fabio Aurelio e Dossena spediscono lo United all’inferno. Sembra il turning point della stagione, ma i Red Devils si ricompongono e, guidati dall’eterno Sir Alex Ferguson, vincono il loro 18esimo titolo, superando i rivali nel 2011.

Quest’anno la situazione è molto diversa: i Reds sono lanciatissimi verso la conquista di quel maledetto titolo che manca dal 1990. Gli uomini di Klopp sembrano avere un vantaggio eterno sul Manchester City, ma siamo solo a gennaio e tutto può accadere. I Red Devils invece stanno facendo una fatica enorme anche solo per un posto nelle coppe europee, e solo il brutto campionato di Arsenal e Tottenham sembra al momento dare agli uomini di Solskjaer la speranza di potersi qualificare per l’Europa League del prossimo anno (la Champions sembra onestamente fuori portata).

Le due più grandi squadre d’Inghilterra, tra le cinque più importanti nella storia di questo sport, si affrontano nel tempio di Anfield. 66 trofei totali per lo United, 63 per il Liverpool. 47 trofei maggiori per il Liverpool, 45 per lo United. Chi sarà a vincere? Non resta che aspettare domenica pomeriggio!

di Daniele Calamia

 

 

 

Daniele Calamia