Il legame Watford-Udinese: tutti gli affari “in famiglia” dei Pozzo

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WATFORD, ENGLAND - MAY 04: Watford owner Giampaolo Pozzo (C) and son Gino (L) talk to technical director Gianluca Nani after the npower Championship match between Watford and Leeds United at Vicarage Road on May 4, 2013 in Watford, England. (Photo by Richard Heathcote/Getty Images)

L’asse più caldo dei trasferimenti Italia-Inghilterra è quello che collega Udine a Watford: da quando Giampaolo Pozzo, già presidente dell’Udinese dal 1986, ha rilevato la proprietà degli Hornets gli affari fra i due club non si sono più fermati.

Era il 2012 quando l’imprenditore friulano decise di entrare anche nel mondo del calcio inglese, puntando su una squadra di Championship che ormai da tempo attraversava una grave crisi finanziaria. In pochissimo tempo il nuovo presidente ha saputo costruire un piccolo impero: in tre anni la nuova squadra della famiglia Pozzo ha ottenuto la qualificazione in Premier League, riuscendo a raggiungere traguardi importanti e diventando un trampolino di lancio per giovani calciatori, provenienti soprattutto dall’Udinese. Già, perché la strategia della nuova dirigenza prevedeva l’acquisto o il prestito di giocatori dai bianconeri, così da permettergli di maturare calcisticamente in Inghilterra.

2012, l’anno della rinascita

Come già detto, la famiglia Pozzo sbarcò nel Regno Unito nel 2012 con la precisa volontà di riportare il Watford in Premier League. L’impatto fu devastante: la nuova proprietà arrivò con un carico di dieci nuovi giocatori provenienti dall’Udinese che rappresenteranno poi la colonna portante della squadra e un nuovo allenatore sempre made in Italy, Gianfranco Zola. I risultati ovviamente non tardarono ad arrivare, dato che gli Hornets in quella stagione riuscirono a piazzarsi al terzo posto in classifica, ma fallirono la finale dei paly-off contro il Crystal Palace.

Le turbolenze del 2013/14

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L’ottima prima stagione però non ebbe un buon seguito. L’anno seguente Zola rassegnò le sue dimissioni e la squadra finì addirittura al tredicesimo posto in classifica, spezzando i sogni della promozione in Premier League al secondo posto. Intanto la strategia della famiglia Pozzo proseguiva senza intoppi: per rafforzare la squadra arrivarono 9 giocatori dall’Udinese, quasi tutti giovani in cerca di spazio per esplodere. Fra i tanti rinforzi per la difesa spicca il nome di Diego Fabbrini, trequartista italiano di appena 22 anni che però non ebbe l’impatto sperato al Watford.

La promozione del 2015

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Finalmente, dopo una stagione complicata a livello di risultati, Pozzo riuscì a coronare il grande obiettivo della qualificazione in Premier League. Quell’anno il Watford riuscì a piazzarsi al secondo posto in classifica, alle spalle della rivelazione Bournemouth. La squadra era ormai al completo e gli scambi con l’Udinese cominciarono a diventare meno intensi e di maggiore qualità: nella sessione estiva di calciomercato gli Hornets misero a segno uno dei colpi più importanti portando in Inghilterra Odion Ighalo, attaccante rivelazione nella prima stagione della massima serie.

Gli scambi più famosi

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Con il Watford in Premier League, anche l’Udinese cominciò ad attingere a piene mani dalla sua squadra satellite. Dal 2016 in avanti le due squadre gestite dalla famiglia Pozzo continuarono a scambiarsi giocatori, facendo circolare nomi che erano riuscirti a ritagliarsi uno spazio importante nei maggiori campionati europei. Nel 2017 i bianconeri diedero il bentornato in Italia a Valon Behrami, centrocampista che in Italia aveva raggiunto grandi risultati con le maglie di Lazio, Fiorentina e Napoli. Fra gli ultimi nomi arrivati all’Udinese c’è anche quello di Stefano Okaka che ha salutato la Premier League nella sessione estiva di calciomercato dopo 5 gol e 1 assist in 39 presenze. Per quanto riguarda i trasferimenti dall’Italia all’Inghilterra, gli ultimi due si sono registrati nell’agosto del 2017 con Karnezis e Wagué.