A Londra esistono numerose squadre, tant’è che nessuna città al mondo può vantarne un numero così elevato; addirittura cinque militano attualmente in Premier League, senza dimenticare club dalla grande tradizione quali Fulham, Queens Park Rangers e Charlton. La maggior parte dei sostenitori londinesi tifano per la squadra che meglio gli rappresenta, vale a dire quella situata più vicina al proprio quartiere di nascita. Se questa usanza sembra valere in parte per i tifosi locali, assume una prospettiva diversa se si fa riferimento a tutti i supporters sparsi per il globo i quali vengono attratti principalmente dai campioni che hanno militato in un determinato club o dai successi da esso ottenuti.
In termini di trofei, compagini come Arsenal e Chelsea non hanno di certo brillato nel corso della propria storia ma questo dato sembra non importare a milioni di persone che seguono incondizionatamente Gunners e Blues, con gli ultimi sorprendentemente in vantaggio sui primi. E’ stato svolto un gran lavoro di marketing a partire dalla gestione del presidente russo Roman Abramovich il quale ha deciso di investire un ingente capitale nelle casse del club e di promuoverne l’immagine, spese senz’altro ripagate dalla quarta posizione ottenuta nella classifica delle squadre più tifate al mondo e la settima in quella riguardante i social media dove su instagram conta oltre 20 milioni di seguaci, inferiore solamente a Manchester United, Barcellona e Real Madrid. Sono 200 milioni i tifosi dichiarati il cui numero è cresciuto sostanzialmente negli ultimi anni; i Blues hanno infatti vissuto un periodo di crisi tra gli anni settanta e ottanta causato dall’ambizioso progetto di ristrutturazione di Stamford Bridge che mise a repentaglio la stabilità finanziaria della società. Il Chelsea navigava in cattive acque e rischiò clamorosamente la retrocessione in Third Division nel 1983 per poi risalire definitivamente in Premier League nel 1989.
Da questo momento arrivò la svolta: la nomina dell’ex pallone d’oro Ruud Gullit come allenatore-giocatore, portò una ventata d’aria fresca all’ambiente e numerosi calciatori di fama internazionale, come gli italiani Gianfranco Zola e successivamente Gianluca Vialli. Nel 2003 Roman Abramovich completò il più costoso acquisto di una società inglese di tutti i tempi e diede il via ad un’era gloriosa impreziosita da pilastri come l’attaccante ivoriano Didier Drogba, John Terry, Franck Lampard, Michael Ballack e Ramires. Questa squadra cosmopolita incrementò senza dubbio il numero di fans internazionali che raggiunsero il dato attuale dopo i trofei ottenuti in patria grazie alla guida di José Mourinho e Carlo Ancelotti; quest’ultimo lasciò un’eredità non da poco ai seguenti allenatori e dopo alcuni anni fu un altro tecnico italiano , Roberto di Matteo subentrato a stagione in corso, a compiere l’impresa di portare una Champions League per la prima volta nella bacheca di una squadra londinese.
La nuova proprietà ha ottenuto 5 Premier League, 5 Fa Cup, 3 Coppe di Lega, 3 trofei internazionali e ulteriori Community Shield valorizzando il merchandasing e ampliando i propri confini facendosi conoscere in ogni angolo della Terra; basti pensare che esistono Fan Club ufficiali persino in Zimbawe, in Bahrain e nelle isole Bermuda, piccole nazioni certamente non famose per la loro cultura calcistica. Ogni giorno all’interno dell’impianto di Stamford Bridge vengono organizzati numerosi tour guidati condotti in molteplici lingue per offrire un servizio impeccabile a tutti i sostenitori i quali il più delle volte non riescono a permettersi di vivere l’esperienza indimenticabile di assistere ad una partita dal vivo, questo perché possedere un biglietto ad un prezzo accessibile è pressoché impossibile. I dati ufficiali ci dimostrano come i Blues siano seguiti principalmente in India dove esistono sorprendentemente più di 50 club, a seguire troviamo Usa, Cina, Egitto, Canada e Ghana, luogo di provenienza dell’ex stella del Chelsea Micheal Essien. A questi si aggiungono i gruppi inglesi che non fanno mancare il proprio sostegno da oramai generazioni mentre un caso a parte è rappresentato dagli hooligans denominati Headhunters i quali sono passati alla cronaca principalmente per i loro scontri condotti contro diverse tifoserie.
Luca Marcat
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